Una Sicilia arretrata fra sanità pubblica a rischio, mafia, politica e arretramento infrastrutturale. E’ un’isola in difficoltà quella descritta da Paolo Borrometi. Il vice direttore dell’Agi descrive, dal suo punto di vista, un’isola impietosa con i suoi cittadini.
Borrometi, “sanità pubblica a rischio per privilegiare i privati”
“In questo Paese purtroppo si sta smettendo di investire sulla sanità pubblica privilegiando la sanità privata per fare guadagnare pochi a discapito dei tanti, dei tantissimi o di tutti”. Lo ha detto il condirettore dell’AGI, l’agenzia di stampa nazionale, Paolo Borrometi, intervenuto nella trasmissione Talk Sicilia, rispondendo ad una domanda sullo stato della sanità in Sicilia, al centro della bufera dopo il caso esploso a Trapani grazie alla denuncia di un’insegnante Maria Cristina Gallo, che ha ricevuto il referto istologico con otto mesi di ritardo quando il suo tumore era ad stato molto avanzato. Gli ispettori del ministero hanno poi accertato che il numero di esami arretrati è di circa 3000.

I ritardi dei servizi sanitari
“La denuncia di una donna coraggiosa – dice il condirettore dell’AGI – quale è stata Maria Cristina Gallo, da cui sono partite le indagini, ha scoperchiato questo vaso di Pandora che è incredibile, inaccettabile, inqualificabile. Un malato non può scoprire, come è accaduto in diversi casi, di avere un tumore quando già quel cancro è già in metastasi. C’è stata certamente sciatteria all’Asp di Trapani però il problema molto più complesso e riguarda la condizione della sanità nel nostro Paese. Perché la crisi della sanità pubblica riguarda l’Italia non solo la Sicilia, di certo nell’isola ed in Calabria i ritardi nei servizi essenziali sono ancora più inaccettabili”.
Mafia e politica
Uno dei temi caldi in Sicilia sono certamente i rapporti tra mafia e politica: l’ultimo caso è quello del deputato regionale, Giuseppe Castiglione, tratto in arresto per voto di scambio con Cosa nostra. “Sommessamente ricordo che un presidente della Regione, Totò Cuffaro, è stato condannato – dice il condirettore dell’AGI – per reati mafiosi. Un sottosegretario di un Governo nazionale, Antonio D’Alì, è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. In merito al caso di Castiglione, per cui vale la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato, ci accorgiamo sempre più di un fatto: mentre prima era la mafia a cercare il politico oggi è purtroppo il politico a cercare la mafia. E questo è allucinante, soprattutto in una terra come la nostra che ha pagato un altissimo prezzo in termini di vite”.
E poi Borrometi solleva un’altra questione. “Nelle regioni del Sud il diritto troppo spesso viene scambiato con il favore. Anche andare a fare una visita medica è diventato un favore e questo non è accettabile perché peggio della mafia c’è soltanto una cosa la cultura mafiosa o la subcultura mafiosa se vogliamo”.
Strade e ferrovie allo sfascio, “economia penalizzata”
La Sicilia non brilla per le condizioni delle strade: la A19, la più importante arteria viaria della Sicilia che collega le due principali città dell’isola, è al centro di lavori di ristrutturazione da tanti anni. Ed il riverbero sull’economia della regione è devastante.
“Noi lo dobbiamo dire, le nostre ferrovie – spiega Borrometi – sono ancora quelle del dopoguerra o quasi come l’intero sistema viario. Voglio ricordare che nella mia provincia, Ragusa, è arrivata solo due anni fa l’autostrada di cui certamente non si può gioire. Tutto questo è inaccettabile. Questa arretratezza viaria infrastrutturale penalizza poi nei fatti quella che è l’economia e lo sviluppo della nostra terra”.
I nodi della Sicilia arretrata
Arretratezza aggravata, nell’ottica del condirettore dell’AGI, da altri fattori, tra cui “la mafia che è il peggior cancro ed è quella che provoca questa condizione”, le pessime condizioni della sanità con cittadini costretti ad emigrare per assicurarsi le cure e poi l’incapacità della classe dirigente di sapere sfruttare i fondi del Pnrr, che “è il Piano Marshall per assicurare lo sviluppo Sicilia, invece ci sono ritardi enormi tali da mettere a rischio tanti progetti”.
“Bene ha fatto il presidente della Regione a lamentarsi, ma mi domando cosa ha fatto in tutti questi mesi senza rendersi conto di una situazione che era già chiara a tutti noi giornalisti che abbiamo più volte ci siamo occupati di questa vicenda” chiosa Borrometi.
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