“Ho appreso della notizia e mi sto attivando per interloquire con il comando dei carabinieri per poi prendere le nostre determinazioni”. Lo afferma a BlogSicilia il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, in merito al coinvolgimento dei due agenti della Polizia municipale nell’inchiesta sulla mafia in Ortigia che, stando alle ricostruzioni dei carabinieri e della Guardia di finanza di Siracusa, si sarebbero messi a disposizione del gruppo criminale, fungendo da informatori sulle attività di controllo nel centro storico e fornendo notizie sensibili, attraverso la piattaforma della Motorizzazione, su persone che avrebbero interessato la gang.
Il Mondo di mezzo
Emerge il cosiddetto “Mondo di mezzo” in questa inchiesta della procura distrettuale antimafia di Catania che il 4 luglio ha portato all’arresto da parte dei carabinieri e della Guardia di finanza di Siracusa di 4 uomini che avrebbero avuto come clienti un medico e un dirigente dell’Asp di Siracusa. Questi ultimi si sarebbero rivolti in passato al gruppo per la riscossione di un credito di circa 30 mila euro maturato dal medico, in servizio in una clinica privata di Siracusa, nei confronti di un uomo.
I medici coinvolti
La vicenda è legata a uno scambio di auto di grosse cilindrate ma il dottore non riuscendo a farsi dare i soldi con metodi legali, grazie alla mediazione del dirigente dell’Asp, sarebbe entrato in contatto con la cosca e nel corso di un appuntamento, avvenuto nel 2021, in uno dei chioschi di Ortigia nella disponibilità del gruppo, sarebbe stato affidato agli esponenti della gang il compito di riscuotere il credito. Al debitore sarebbe stata sottratta una macchina, come acconto di 10 mila euro.
Le intercettazioni
Ma ha destato scalpore la notizia sui due agenti della Polizia municipale che, in un’occasione, avrebbero svelato in anticipo dei controlli sugli ape calessini in Ortigia, un servizio molto caro al gruppo che non aveva le carte in regola per svolgerlo. I carabinieri della stazione di Ortigia e del comando provinciale vengono a conoscenza della soffiata da un’intercettazione: “I confidenti l’avemo boni”. Avrebbero fatto dell’altro i due agenti della Polizia municipale, finiti nel registro degli indagati, tra cui dare informazioni su mezzi e sui dati anagrafici degli intestatari accedendo al portale della Motorizzazione civile. “Dimmi urgentemente a chi e intestata”. “Tra 15 minuti arrivo al comando e faccio il controllo”. Nell’inchiesta sono emersi altri episodi, come quello dell’incidente stradale in cui sarebbe rimasto coinvolto uno degli arrestati, il quale, avrebbe contattato uno degli agenti in modo da evitare delle responsabilità. E in effetti, secondo quanto prospettato dalle indagini, il vigile urbano sarebbe riuscito a fare avere al suo amico un indennizzo di oltre 5 mila euro.






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