Hanno scioperato stamane i lavoratori di Zara, il colosso internazionale dell’abbigliamento che, nel giugno del 2025 lascerà i locali di corso Matteotti, in Ortigia, occupati da 18 anni. Nella giornata di ieri, è arrivata l’ufficializzazione del mancato rinnovo dell’affitto ma la Filcams Cgil e gli stessi dipendenti sentono puzzano di bruciato, cioè l’addio per sempre alla città.
La rabbia dei lavoratori
“Non c’è stato alcun rispetto nei nostri confronti – hanno detto i lavoratori nel corso della manifestazione di protesta che è proseguita davanti al palazzo della Prefettura di Siracusa – dopo aver lavorato, senza sosta, per tutto questo tempo. La comunicazione è arrivata grazie ad un chiacchiericcio e questo è intollerabile”. Insieme a loro il segretario provinciale della Filcams Cgil, Alessandro Vasquez, che, già nella giornata di ieri, ha annunciato azioni di lotta per difendere i diritti dei 18 dipendenti.
La Cisl, “certezze sul futuro”
“Interlocuzione continua con l’azienda fino a quando non avremo certezze sul futuro del punto vendita di Siracusa e, quindi, dei lavoratori” ha detto la segretaria generale della Fisascat Cisl Ragusa Siracusa, Teresa Pintacorona.
“Ci è stato detto che il proprietario dei locali di corso Matteotti dopo aver venduto ad un altro imprenditore – sottolinea la Pintacorona – ha comunicato la disdetta del contratto di locazione fissato al giugno 2025″
“Zara lascia la città o solo il locale di corso Matteotti?”
La Cisl ritiene che vada chiarita una questione: Zara lascerà quel locale per andare in un altro o la città? “Con la responsabile Zara Sicilia abbiamo subito avviato una interlocuzione per conoscere i motivi di questo annuncio e le conseguenze possibili – continua la segretaria della Fisascat – La nostra richiesta esplicita, visto che non si tratterebbe di una decisione assunta per mancato interesse verso il territorio da parte dell’azienda, è quella di conoscere se Zara intende riaprire il punto vendita in altri locali della città o abbandonare questo territorio.
Abbiamo chiesto un incontro urgente con i vertici nazionali visto che ad oggi, in chiave locale,
non abbiamo ricevuto risposte in tal senso. Vogliamo avere, inoltre, risposte concrete e certezze sulla ricollocazione dei dipendenti – conclude la Pintacorona – visto che troppe volte abbiamo assistito a finte ricollocazioni”.
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