Palermo, il giorno dopo la tempesta. Il tecnico Silvio Baldini e il direttore sportivo Renzo Castagnini hanno spiegato il motivo delle loro dimissioni improvvise. Una decisione necessaria e di “coscienza” da parte loro per non mettere in difficoltà la squadra in vista dell’avvio del campionato di serie B del 13 agosto (esordio col Perugia) ed a tre giorni dal primo impegno ufficiale in Coppa Italia con la Reggiana di domenica prossima.

“Non ci siamo sentiti al centro del progetto”

Il primo a prendere la parola all’hotel Casena dei Colli dove si è tenuta la conferenza è l’ex ds Renzo Castagnini. “Sapete tutti come siamo rimasti. Il mister è rimasto per i grandi risultati che ha fatto e tutti erano felici che continuasse questa avventura. Questo la nuova proprietà l’ha fatto. Baldini si è esposto per me e sono rimasto. In realtà non ci sentivamo al centro del progetto. Ci abbiamo provato. Abbiamo fatto un tipo di lavoro ma non ci siamo riusciti. Abbiamo capito di aver perso il gruppo e tutta quella forza che ci ha permesso di ottenere questo risultato. Quando ce ne siamo accorti abbiamo deciso”.

Mercato condiviso ma “Squadra non aveva lo stesso ardore”

Castagnini ha sottolineato come il calciomercato sia stato condiviso con il City Group. “Il mercato lo abbiamo fatto assieme e condiviso ma non è questo il punto. Anche un calciatore, quando lo confermi con un contratto, la differenza è sottile. È un filo sottile d’emozione che non riuscivamo più a dare. I giocatori che hanno firmato il rinnovo sono contenti ma ci sono passaggi importanti. Se fai passare 10 giorni prima di firmare fai sentire quel giocatore meno importante. Ma questa è colpa nostra, la responsabilità è mia. Abbiamo provato a fare un certo discorso come lo scorso anno ma non ci siamo riusciti. La squadra di quest’anno non ha lo stesso ardore della scorso anno. Ci siamo accorti che non riuscivamo a fare un certo tipo di lavoro e abbiamo detto basta”.

E poi ha sottolineato diverse volte “Non abbiamo rancore per nessuno ma ringraziamo la società e la nuova proprietà perché ci hanno dato la possibilità di lavorare. Siamo sicuri che il Palermo andrà in serie A. Non so in quanto tempo perché nessuno la bacchetta magica ma gli facciamo l’imbocca al lupo”.

Le dimissioni di Baldini

Baldini e Castagnini lasciano il Palermo

Il tecnico Silvio Baldini ha letto le sue dimissioni rassegnate ed accettate dal club ieri sera. “Sento di non essere parte del progetto e questo non mi consente di lavorare con la giusta tranquillità. Non c’è la possibilità di allenare la squadra per migliorare i risultati. Le condizioni attuali non mi permettono di perseguire il mio obiettivo che è quello di portare la serie A. Ringrazio tutti per questa esperienza”.

“Il gruppo del Palermo ai play off non c’è più”

Baldini è poi andato avanti spiegando la sua visione. “La scorsa stagione abbiamo vinto i play off perché eravamo il gruppo più forte. Non la squadra più forte. Ma questa squadra è frutto del gruppo: abbiamo fatto 23 risultati su 25 partite. Abbiamo segnato 24 volte di fila. Noi abbiamo vinto con il gruppo, il gruppo ora non c’è più”.

“Ho detto che avrei portato la squadra in serie A ma senza gruppo è impossibile”

L’allenatore ha continuato ricordando una frase chiave di quando ha presentato la stagione nuova, un paio di settimane fa. “Ho detto che avrei giocato per la serie A ma se il gruppo non c’è più non va bene. Preferisco lasciare il posto ad altri evitando brutte figure nelle prime cinque-sei giornate. Non è un’accusa verso nessuno. Ringrazio il Palermo per avermi fatto allenare in questa città dandomi grandi emozioni inimmaginabili”.

Ed inoltre “Ho detto che voglio andare in serie A, ci vuole tempo per i risultati ma il tempo non c’è nel calcio perché se non arrivano i risultati si va via. Preferisco togliermi io per evitare di mettere in difficoltà la squadra. Abbiamo provato a lavorare in un certo modo ma lui (Castagnini) non mi dava più fiducia e serenità. E viceversa. Si è creata una situazione in cui noi – che avevamo creato un gruppo vincente – non eravamo più gli stessi. Meglio rimanere con lo stipendio ed essere presi a bastonate in campo? O andare via e dare il tempo alla società di rimediare. Ho scelto questo”.

“Oggi sono triste”

L’esperto tecnico toscano ha aggiunto: “Oggi sono triste. Ma credo che questa sia la soluzione migliore per il Palermo”.

Ed ha ribadito: “Non mi sento al centro del progetto. Ho detto che andavo in serie A con gli stessi giocatori che hanno fatto 6 vittorie di fila in trasferta. Se sono riucito la scorsa stagione potevo riuscirci anche quest’anno ma c’era il malumore. Non mi sono mai arreso quando le cose andavano male e dicevo che saremmo arrivati in serie B. Ho avuto la fortuna di aver realizzato questo dono di riprendermi quello che mi era stato tolto 18 anni fa. Ma avrei rovinato tutto sprecando una impresa sportiva. Sarei stato quello fortunato. Così non è”.

Pisa spartiacque, “Ho visto che il Palermo non era lo stesso”

Baldini ha sottolineato anche come la partita amichevole col Pisa della settimana scorsa, persa malamente 5-0, sia stata la cartina tornasole. La prestazione ha aperto evidentemente gli occhi. “Quattro gol in mezz’ora – ha detto – non li prendiamo neppure con la Berretti anche se noi avevamo 7 assenze. E se avessimo giocato nei play off con loro, probabilmente il Pisa avrebbe subito le 4 reti”.

“La Santuzza mi ha aperto gli occhi”

L’allenatore ha spiegato anche “Durante la partita col Pisa, la Santuzza mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto riflettere sul fatto che avessi ricevuto un regalo con il ritorno e la promozione in B. Non sarebbe stato giusto sprecarlo in altro modo”.

Baldini “Giusto che Palermo provi a creare squadra forte senza di me”

Il tecnico ai saluti ha ringraziato ed ha parlato del rapporto con i giocatori “Avranno sempre il mio affetto. Io per loro sono stato l’allenatore. Ho sempre considerato prima l’uomo e poi il calciatore. Volevo fare lo stesso col City Group. Col Pisa, ripeto, è stata cartina tornasole ho parlato con i ragazzi e visto i problemi. È giusto che il Palermo provi a creare una squadra forte senza di me. I giocatori mi hanno ringraziato e si fanno sempre sentire con i messaggi”.

Ed ha continuato: “Gli addi di Giron e Dall’Oglio non hanno influito sulla mia decisione di andare via. Avevano opportunità e non potevano rinunciare visti i contratti di Crotone e Avellino. Finito il calcio diventa difficile. Se ho detto di volere andare in serie A non l’ho fatto perché volessi fare lo sbruffone. Volevo mettermi alla prova. Non cambio il mio modo di vivere. Rimango lo stesso”.

Castagnini “Il Palermo diventerà grande”

Renzo Castagnini ha parlato del mercato “Tutto è stato fatto in maniera trasparente, le decisioni sono state prese da me con il mister e Zavagno. Non ci sono delle operazioni che non avrei fatto senza il City. Il rapporto con Zavagno è leale: è una persona perbene, le ultime decisioni le prendevo sempre io perché era mia responsabilità. Ho sempre avuto la possibilità di fare ciò che dovevo, non è il mercato il problema principale. Il Palermo diventerà grande col metodo City. Non basta l’autonomia, devi avere fiducia totale quando lavori. In tre anni ho fatto quello che ritenevo giusto fare e abbiamo ottenuto risultati. Non basta solo scegliere un giocatore per essere al centro del progetto”.

Ed ha continuato: “Andate a vedere la rosa del Monza che ha vinto i play off di serie B ed è andato in A. Sono orgoglioso di aver portato otto giocatori dalla D alla B. Qualcuno si dimentica spesso che noi nei tre anni che abbiamo vinto ci abbiamo messo un anno in meno del Bari spendendo qualche soldo in meno. Abbiamo fatto anche delle plusvalenze come quella di Lucca. Il City ha risorse per fare un campionato in B per assestarsi nella categoria, questo è normale”.

“Andare via ha un peso incredibile”

Infine: “Io mi assumo come sempre le responsabilità. Non abbiamo niente contro nessuno della società. Io sono arrivato a Palermo il 5 agosto 2019 e ho iniziato a lavorare sulle scale della Damir. Non mi sono mai tirato indietro, anche nei dilettanti. Andar via da Palermo per me è un peso incredibile. Ho dato tutto e non l’ho fatto per soldi. Non va dimenticato chi ha creato questa società e mi riferisco a Sagramola, che nessuno cita più. Non c’entra niente il City, loro hanno un modo di lavorare migliore del nostro e porteranno il Palermo in Serie A di sicuro. Solo che non eravamo compatibili”.