Serie B, la pausa servirà per lunghe riflessioni

Si rivede la difesa da incubo, il Palermo torna da Cosenza a mani vuote e con tanti dubbi

Mastica amaro il Palermo. La sconfitta di Cosenza per 3-2 di sabato fa riaffiorare vecchi e nuovi dubbi. Si riflette sulla difesa che torna, dopo tre partite e mezzo di imbattibilità, perforabile nonostante la cerniera a centrocampo.

Ma anche in attacco, nonostante le due reti segnate da Brunori, non c’è troppo da esultare perché le soluzioni offensive sembrano mancare, così come le alternative.

Manca una luce a centrocampo che dia ordine e quella imprevedibilità che anche in altre occasioni è mancata ma che a Cosenza si è fatta sentire maggiormente soprattutto nelle concitate fasi finali quando il Palermo ha provato a pareggiare la partita per non tornare a mani vuote da uno scontro diretto. Questa volta il risultato è arrivato al termine di una sfida pazza con i rosa prima in vantaggio e poi raggiunti (è successo a Bari e poi in casa con Pisa, ma in quelle occasioni le partite finirono in parità) e superati dai calabresi.

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Difesa da incubo per il Palermo

Dopo oltre 315 minuti di inviolabilità, oltre tre partite e mezzo, Pigliacelli è tornato, suo malgrado, a prendere palloni dalla sua porta per rilanciarli per la palla al centro. Il Palermo ha subito tre reti andando in tilt in diverse occasioni. Con una formazione in netta difficoltà dopo cinque sconfitte consecutive. Causa dei tanti errori piccoli e grandi che hanno favorito i silani.

L’estremo difensore rosanero probabilmente avrebbe potuto fare qualche cosa in più sul pareggio di Florenzi ma ha svolto la normale amministrazione con sicurezza. E sugli altri due gol ha poche colpe, soprattutto sul secondo. Se prima, nel periodo più nero, sembrava non dare quel quid al reparto difensivo, ora è tra i meno colpevoli del ko al San Vito – Gigi Marulla.

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Devetak è andato fin da subito in difficoltà facendosi ammonire ad inizio partita e rischiando il rosso subito dopo per un intervento in ritardo. Episodi che hanno costretto Corini ad operare un cambio poco prima della mezz’ora. Una bocciatura. O un ritorno sui suoi passi repentino facendo entrare Crivello. Proprio quest’ultimo, con un errore in copertura, ha permesso a Larrivey di siglare il definitivo 3-2.

Anche Mateju non ha brillato sull’altra corsia. Ha sofferto Florenzi che sul finire del primo tempo trova in acrobazia la rete del pari. Ma al di là di questo ha dato sempre la sensazione di grande insicurezza. La stessa che ha trasmesso quando è stato impegnato a sinistra in un lato non naturale ma adattato. Ci si chiede il perché non si provi, a questo punto, Pierozzi.

I centrali Marconi e Nedelcearu hanno fatto quello che hanno potuto ma se la prova del match winner col Parma è stata mediocre, quella del romeno è stata sufficiente. Ma anche questo non è bastato ad evitare la sconfitta sul campo di una squadra che perdeva da 5 turni ed a subire addirittura tre reti da i calabresi che certo non vantano un attacco da battaglia.

Palermo, quinta partita con 3 reti sul groppone

A proposito di difesa da incubo: è la quinta volta che il Palermo subisce 3 reti in 90 minuti. In precedenza era accaduto in casa con l’Ascoli (tripletta di Gondo e imbattibilità del Barbera caduta dopo un anno e mezzo); nelle due trasferte più brutte a Reggio Calabria ed a Terni nonché in casa, un mese fa, col Pisa nel 3-3. Complessivamente, su 13 uscite in campionato, i rosa hanno subito 18 gol e solo in cinque occasioni (tre consecutive) la porta è rimasta inviolata. La retroguardia rosa rimane tra le più battute della B. Proprio il Cosenza ha la difesa più perforata con 23 reti al passivo.

Una cerniera di centrocampo che scricchiola

Da qualche partita Corini ha rinunciato alle tre S, Segre, Saric e Stulac che sicuramente formano un trio che fa sensazione ma che è stato poco efficacie nelle dinamiche rosanero. A Cosenza il tecnico è stato costretto a fare a meno di Stulac, neppure convocato, a causa di una distorsione alla caviglia, e si è affidato ancora una volta ad un trittico muscolare. Broh, Gomes e Segre. Broh ha offerto una prova confusionale. Tanta corsa, tanto cuore ma passaggi poco accurati. Rischia di annullare le cose positive con errori di impostazione evitabili.

È tuttavia Gomes a mostrare segni di crescita. È lui che imposta l’azione del momentaneo vantaggio di Brunori, è ancora lui che corre, canta e porta la croce. Quantità e discreta qualità per un giovane in crescita. Segre, invece, è opaco a Cosenza ed è lui che buca in piena area il pallone velenoso che mette poi Rigione nelle condizioni di ribaltare la sfida. E poco servirà nella ripresa una sua conclusione ravvicinata da posizione defilata respinta da Marson. E dire che al giocatore ex Torino non manca l’esperienza, né la qualità.

Il problema rimane quello della mancanza di luce. E non si tratta di bollette non pagate ma di una condizione che sembra evidenziare la presenza di una coperta corta. Un centrocampo con un regista potrebbe portare al cambio modulo. La pausa potrebbe portare migliori consigli.

Brunori bello e cattivo tempo, Di Mariano a sprazzi

 

Le note positive, ma non così rosee, arrivano dall’attacco che pur non incantando ha firmato due reti col suo bomber. Matteo Brunori ha firmato una doppietta, la prima della sua carriera in serie B, che lo fa arrivare a 6 gol. L’attaccante del Palermo ha anche sfiorato la tripletta (sarebbe stata la seconda stagionale dopo quella rifilata alla Reggiana in Coppa Italia ad inizio stagione). Marson però ci ha messo il guantone evitando il 3-3. Ma il bomber ha senza dubbio mostrato di esserci. Eccome. Giusto ricordare che i 6 gol gli valgono il secondo posto nella classifica cannonieri dietro a Cheddira del Bari che ha totalizzato 9 reti ed ha agguantato un veterano come Massimo Coda del Genoa, a segno su rigore nella partita col Como.

Consola il fatto che la squadra rosanero si sia confermata abile nelle verticalizzazioni: la prima rete è stata un lampo confezionato da Gomes e da un’ottima sponda di Di Mariano che ha messo in condizioni favorevoli Brunori. Ma proprio contro una squadra che in difesa non brilla e che è la peggiore della B, si doveva e si poteva fare di più. E con maggior ordine si sarebbe fatto di meglio.

Di Mariano si è visto a sprazzi oltre al già citato assist per il primo gol ma è parso discontinuo e soprattutto egoista in alcune occasioni. Valente, invece, è stato servito poco o nulla e poche volte ha potuto mostrare le sue doti di imprevedibilità. Dai suoi piedi sono nate le azioni più pericolose: il pareggio momentaneo di Brunori ed il rigore fallito. Ma troppo poco. Ed il peso della finalizzazione in porta non può ricadere unicamente sulla punta centrale. Né tanto meno ci si può sempre basare sulla famosa palla lunga e pedalare nella speranza di errori avversari. Non è sempre natale anche se si sta avvicinando. Inoltre, gli sprazzi di Di Mariano e Valente diventano poco utili se poi non c’è continuità.

In classifica il Palermo si avvicina alla zona retrocessione

I risultati della tredicesima giornata del campionato di serie B confermano quanto la cadetteria sia estremamente equilibrata. Il Palermo con la sesta sconfitta stagionale rimane a quota 15. Stessi punti per Cittadella e Spal sconfitte rispettivamente a Parma per 3-1 ed in casa col redivivo Benevento per 1-2. Rosanero raggiunti dal Pisa che ha fatto soffrire il Cagliari pareggiando 1-1.

Ma le inseguitrici fanno punti. Proprio il Cosenza sale a 14 assieme al Benevento. Entrambe sono in zona play out. Anche il Modena, che ha pareggiato in casa col Perugia, fanalino di coda, va a 14. Dietro qualche cosa si muove perché il Como è andato ad imporre l’1-1 al Ferraris in casa del Genoa ed è salito a quota 13. La zona retrocessione è a sole due lunghezze.

Il Venezia, prossimo avversario, rimane fermo a 9 dopo l’ennesimo ko subito (questa volta dalla Reggina) ed il Perugia rimane ultimo ma sale ad 8 punti.

Dopo la sosta il Venezia al Barbera, il Palermo non può sbagliare

In questa pausa Eugenio Corini dovrà fare nuovamente il punto della situazione. La sconfitta di Cosenza era evitabilissima e si è sprecata un’occasione per fare un balzo non indifferente. Se il risultato fosse stato diverso il Palermo sarebbe balzato a ridosso del Cagliari in caso di pareggio o addirittura superarlo al decimo posto in caso di vittoria.

Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, questo è ovvio. Di certo c’è il morale da recuperare ed una partita da preparare con la massima attenzione. Questa sosta potrebbe oliare ulteriormente la squadra (che lavora da tre mesi ormai) anche se non è detto che fermarsi faccia bene. Ad ogni modo, Corini recupererà gli infortunati e gli acciaccati e magari provare nuove soluzioni. O quanto meno provarle e valutarle.

Il Venezia è il prossimo avversario dei rosa al Barbera nel match della 14ma giornata che si disputerà domenica 27 novembre alle 18 a chiudere il palinsesto del 14mo turno. I lagunari sono penultimi e non vincono dalla settima giornata quando l’1 ottobre si imposero 4-1 a Cagliari. Da allora cinque sconfitte intervallate da un pareggio in casa del Brescia lo scorso 22 ottobre. Questa sarà un’altra partita della verità nella quale sarà vietato sbagliare.

C’è già una certezza: sarà assente Marconi, ammonito a Cosenza. Per lui scatterà la squalifica in quanto era diffidato. Il tecnico proverà tutte le soluzioni possibili anche se la proposta più verosimile sia quella della coppia centrale difensiva formata da Nedelcearu e Bettella. Certamente questa sosta servirà per lunghe riflessioni. Ed il Palermo ha l’obbligo di non avere paura.

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