Domani, alle 21.00, a Wembley, Londra, ci sarà l’ottavo di finale di Euro 2020 tra Italia e Austria.

Dopo quanto successo prima del calcio d’inizio con il Galles, con soltanto cinque giocatori della Nazionale che si sono messi in ginocchio per manifestare la propria solidarietà al movimento anti razzista Black Lives Matter, per evitare ulteriori polemiche e spaccature ideologiche anche all’interno dello spogliatoio, si è deciso che nessuno si inginocchierà.

A Londra, quindi, sia i calciatori italiani che quelli austriaci attenderanno in piedi il fischio dell’arbitro inglese Anthony Taylor per l’avvio della sfida.

Lo ha rivelato La Stampa, affermando che la Federcalcio non ha inoltrato la richiesta alla UEFA per la partita di domani. E lo stesso è stato deciso dall’Austria.

Comunque sia, già dopo il match con il Galles, Paolo Corbi, responsabile della comunicazione della Nazionale, ha tenuto a precisare: «A nome di tutta la squadra ribadiamo che siamo contro ogni forma di razzismo, ci siamo confrontati e ovviamente vogliamo ribadire questa posizione. Aderire o meno ad una forma di protesta per quanto simbolica non vuol dire ignorare la lotta al razzismo».

E ancora: «Volevo chiarire rispetto a quando è stato scritto e detto al riguardo in questi giorni. Tutti conoscono l’esempio dei comportamenti dei nostri calciatori, il razzismo si combatte ogni giorno ciascuno con i propri comportamenti e su questo siamo tutti molto impegnati. Quanto al fatto che a inizio gara qualcuno si sia inginocchiato e altri no c’è stata un po’ di confusione, i calciatori erano tutti concentrati su una partita per noi decisiva perché metteva in palio il 1° posto nel girone e per il prosieguo dell’Europeo, fra l’altro con 8 cambi… Quindi, da quanto abbiamo ricostruito, non eravamo del tutto preparati a quel momento. Per il futuro se ci saranno altre occasioni la squadra si confronterà al suo interno e prenderà una decisione univoca che sarà messa in pratica da tutti».

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