«Abbiamo una forza economica che in C non ha nessuno e che in B hanno in pochi».
Così Dario Mirri, presidente del Palermo, intervistato da Repubblica, che ha aggiunto: «Il nostro capitale sociale non solo è stato versato, ma i soldi sono in cassa e non sono virtuali. Abbiamo cinque milioni cash e questa è la nostra forza tangibile. Ma c’è anche una forza che è data dalla trasparenza del progetto. Quello che sognavo da tifoso l’ho raggiunto da presidente».
Per quanto concerne l’obiettivo della prossima stagione, Mirri è stato chiaro: «Più che subito la serie B sarà fare il possibile per raggiungere la serie B. Tra dovere vincere, come capitato in serie D, e potere vincere, come sarà in serie C, ne corre. Non voglio illudere la gente che è già stata troppe volte illusa. Ricordo quando qualcuno disse che il Palermo avrebbe lottato per lo scudetto. Io dico solo che proveremo e abbiamo una società forte e in grado di farlo».
Infine, parlando della querelle con il socio al 40% Tony Di Piazza, Mirri ha detto: «Era un matrimonio normale come tanti altri. Io sono il socio fondatore con la maggioranza e lui il socio di minoranza. Ruoli e competenze erano definite da tempo. Posso solo dire che i numeri parlano chiaro. Evidentemente Di Piazza ha cambiato idea. Ha scritto per due volte che vende le sue quote. Io riconfermo che le sue quote le compro io. Lui ha chiesto una valutazione. I nostri legali sono al lavoro per questo. Se sto cercando soci? Non cerco nessun socio, ma come deve fare un buon imprenditore sono pronto ad ogni eventualità per il bene del Palermo. Però lo ribadisco: abbiamo soldi per andare avanti un anno senza nessun tipo di problema».
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