• Prova generosa ma niente acuti per i due siciliani in gara: Caruso 24° e Nibali 53°
  • Oro all’equadoregno Carapaz, argento a Van Aert, bronzo a Pogacar
  • Complessivamente una delusione per i colori azzurri, Bettiol è 14°, Moscon 20°

Potevano essere la sorpresa ma la prova in linea del ciclismo su strada maschile alle Olimpiadi di Tokyo ha scritto un altro verdetto. Vincenzo Nibali e Damiano Caruso, i due siciliani in gara, assieme alla nazionale italiana hanno disputato una gara di sostanza, di lavoro duro e dietro le quinte ma senza acuti o sussulti per il podio.

Sotto il Fuji, i siciliani lontani dal podio

Generosa la prova dei siciliani anche se ben lontani dai riflettori dei primi. Damiano Caruso, da grande uomo di squadra, ha fatto il suo e si è messo a disposizione del team, ha provato anche a spingere, ma non è andato oltre il 24° posto concludendo la prova in 6h11’46”. Più indietro Vincenzo Nibali, 53° in 6h16’53”. Lo Squalo dello Stretto ci ha provato con un’azione col belga Remco Evenepoel senza però fortuna.

Nibali: “Ci è mancato il risultato finale”

Vincenzo Nibali ha commentato la sua gara e quella della pattuglia azzurra: “Ci è mancato il risultato finale ma abbiamo corso davvero bene. Abbiamo corso le nostre carte nel modo giusto”.

L’esperto ciclista messinese, vincitore tra gli altri di due giri d’Italia, un Tour de France ed una Vuelta di Spagna, ha continuato: “Abbiamo cercato di anticipare più volte, io sono uscito nel momento giusto con Evenepoel. Ci abbiamo provato ma non ci hanno concesso spazio e a quel punto abbiamo fatto il ritmo per far prendere la salita nelle prime posizioni a Bettiol e Moscon. Anche perché chi ha tentato azioni, come me e Remco, poi si è visto presentare il conto”.

Delusione azzurra

La medaglia olimpica mancava da 17 anni e continua ad essere un tabù per i colori azzurri. Il migliore degli italiani è stato Alberto Bettiol, 14° in 6h,09’04” ad oltre 3 minuti da Carapaz vincitore dell’oro.

Azzurri imbottigliati e praticamente mai capaci di poter piazzare l’attacco decisivo in una gara contraddistinta dal caldo e dalla durezza dei 234 chilometri del percorso. Proprio Bettiol ci aveva provato nella salita del Mikuni Pass con pendenze medie da capogiro e pendenze massime vicine al 20 percento. Ma i crampi hanno avuto la meglio pregiudicando poi il resto della sua prova.

Ventesimo Gianni Moscon in 6h09’08”. Giulio Ciccone, ultimo degli italiani, 60° in 6h16’53”. Sono partiti 130 ciclisti in rappresentanza di 57 nazioni, in 85 hanno ottenuto un tempo valido per la classifica ufficiale.

L’equadoregno Carapaz è oro

Sul difficilissimo percorso di gara incastonato tra il parco Musashino-no-mori ed il circuito automobilistico del Fuji, gli azzurri hanno fatto il possibile ma l’oro è andato all’equadoregno Richard Carapaz che ha vinto per distacco la corsa a cinque cerchi dopo 234 chilometri massacranti.

Carapaz, vincitore del Giro d’Italia del 2019 ha staccato tutti chiudendo la sua fatica al Fuji in 6h05’26” confermando l’adagio “tra i due litiganti il terzo gode”. I due super favoriti della vigilia, infatti, il belga polivalente Wout Van Aert e il vincitore degli ultimi due Tour de France, Tadej Pogacar, hanno chiuso rispettivamente al secondo ed al terzo posto, salendo comunque sul podio ma ad oltre un minuto dal vincitore.

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