L'oro nel ciclismo si strada è dell'equadoregno Richard Carapaz

Olimpiadi di Tokyo, prova generosa di Nibali e Caruso ma lontani da medaglie

  • Prova generosa ma niente acuti per i due siciliani in gara: Caruso 24° e Nibali 53°
  • Oro all’equadoregno Carapaz, argento a Van Aert, bronzo a Pogacar
  • Complessivamente una delusione per i colori azzurri, Bettiol è 14°, Moscon 20°

Potevano essere la sorpresa ma la prova in linea del ciclismo su strada maschile alle Olimpiadi di Tokyo ha scritto un altro verdetto. Vincenzo Nibali e Damiano Caruso, i due siciliani in gara, assieme alla nazionale italiana hanno disputato una gara di sostanza, di lavoro duro e dietro le quinte ma senza acuti o sussulti per il podio.

Sotto il Fuji, i siciliani lontani dal podio

Generosa la prova dei siciliani anche se ben lontani dai riflettori dei primi. Damiano Caruso, da grande uomo di squadra, ha fatto il suo e si è messo a disposizione del team, ha provato anche a spingere, ma non è andato oltre il 24° posto concludendo la prova in 6h11’46”. Più indietro Vincenzo Nibali, 53° in 6h16’53”. Lo Squalo dello Stretto ci ha provato con un’azione col belga Remco Evenepoel senza però fortuna.

Nibali: “Ci è mancato il risultato finale”

Vincenzo Nibali ha commentato la sua gara e quella della pattuglia azzurra: “Ci è mancato il risultato finale ma abbiamo corso davvero bene. Abbiamo corso le nostre carte nel modo giusto”.

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L’esperto ciclista messinese, vincitore tra gli altri di due giri d’Italia, un Tour de France ed una Vuelta di Spagna, ha continuato: “Abbiamo cercato di anticipare più volte, io sono uscito nel momento giusto con Evenepoel. Ci abbiamo provato ma non ci hanno concesso spazio e a quel punto abbiamo fatto il ritmo per far prendere la salita nelle prime posizioni a Bettiol e Moscon. Anche perché chi ha tentato azioni, come me e Remco, poi si è visto presentare il conto”.

Delusione azzurra

La medaglia olimpica mancava da 17 anni e continua ad essere un tabù per i colori azzurri. Il migliore degli italiani è stato Alberto Bettiol, 14° in 6h,09’04” ad oltre 3 minuti da Carapaz vincitore dell’oro.

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Azzurri imbottigliati e praticamente mai capaci di poter piazzare l’attacco decisivo in una gara contraddistinta dal caldo e dalla durezza dei 234 chilometri del percorso. Proprio Bettiol ci aveva provato nella salita del Mikuni Pass con pendenze medie da capogiro e pendenze massime vicine al 20 percento. Ma i crampi hanno avuto la meglio pregiudicando poi il resto della sua prova.

Ventesimo Gianni Moscon in 6h09’08”. Giulio Ciccone, ultimo degli italiani, 60° in 6h16’53”. Sono partiti 130 ciclisti in rappresentanza di 57 nazioni, in 85 hanno ottenuto un tempo valido per la classifica ufficiale.

L’equadoregno Carapaz è oro

Sul difficilissimo percorso di gara incastonato tra il parco Musashino-no-mori ed il circuito automobilistico del Fuji, gli azzurri hanno fatto il possibile ma l’oro è andato all’equadoregno Richard Carapaz che ha vinto per distacco la corsa a cinque cerchi dopo 234 chilometri massacranti.

Carapaz, vincitore del Giro d’Italia del 2019 ha staccato tutti chiudendo la sua fatica al Fuji in 6h05’26” confermando l’adagio “tra i due litiganti il terzo gode”. I due super favoriti della vigilia, infatti, il belga polivalente Wout Van Aert e il vincitore degli ultimi due Tour de France, Tadej Pogacar, hanno chiuso rispettivamente al secondo ed al terzo posto, salendo comunque sul podio ma ad oltre un minuto dal vincitore.

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