Con la Reggina è stato uno dei più propositivi, dai suoi piedi sono nate le azioni più pericolose ed il colpo di testa con il quale ha sfiorato il pareggio. Francesco Di Mariano, palermitano doc – è nipote di Totò Schillaci, bomber ad Italia ’90 – è uno dei volti nuovi del Palermo. Arrivato dal Lecce con il quale ha vinto la scorsa stagione la serie B, Di Mariano racconta il suo approdo in rosanero e le sue ambizioni.
L’esterno offensivo, classe 1996, in rosanero da meno di un mese, spiega la trattativa che è stata ufficializzata con l’arrivo del tecnico Eugenio Corini nonostante le precedenti voci di corridoio: “Quando la società ha cambiato allenatore si è concretizzato tutto. Quando mi ha chiamato il mister ho sentito tanta positività. Per me, da palermitano, è importante contribuire alla rinascita del Palermo. Non è un momento difficile. Ne ho vissute tante. Stiamo cercando di creare una identità, una coesione. Ci sono 14 giocatori nuovi, non è una frase fatta ma è così: bisogna vedere le cose positive e lavorare sulle cose positive e cercare di lavorarci. La strada è lavorare per migliorare e crederci”.
Di Mariano ed il Palermo
Di Mariano è cresciuto nel Ribolla, la scuola calcio di suo zio Totò Schillaci ed ha raccontato la sua breve esperienza in rosanero da ragazzino “Sono stato accostato al Palermo in passato, avevo 13 anni. Con Sabatini, Massara ero in lizza con altri 40 giocatori (era il 2008, ndr). Sono stato a Palermo un mesetto ma poi non se ne è fatto nulla. Si è fatto avanti il Lecce”.
Poi prosegue: “Io ho fatto 8 gol a Venezia e poi mi sono infortunato, a Lecce 4 gol ad inizio stagione. Personalmente il numero di gol non è importante soprattutto nel calcio moderno. Nel calcio moderno ci vuole tanto lavoro, la corsa è importante. Preferisco aiutare la squadra. Chiedo aiuto al mister per migliorare e avendo Santana nello staff può essere sicuramente importante”.
La scelta della numero 10
Di Mariano spiega la scelta della numero 10, numero che accende i ricordi e la fantasia dei tifosi rosanero. Una maglia prestigiosa vestita da Fabrizio Miccoli e Lamberto Zauli nel recente passato in un’epoca florida e ricca di successi. “Scendere in campo al Barbera con la maglia rosanero è stata un’emozione che non pensavo di vivere. E’ stato bello, molto bello. Essere qui per me è un onore. Sulla numero 10 dico che al giorno d’oggi si deve dare tutto non per quello che si porta dietro (numero di maglia e nome, ndr) ma per quello che ha davanti, il simbolo. Chiunque indossa questa maglia deve avere la responsabilità di vestirla”.
Ed inoltre racconta il suo recente passato in Laguna ed a Lecce. Su quest’ultima esperienza non ha nascosto la sua sorpresa nel non essere stato riconfermato. “A Venezia ero in scadenza e non abbiamo trovato l’accordo e sono tornato a Lecce, li è stato inaspettato perché dopo aver vinto e vissuto una stagione da protagonista non mi aspettavo di andar via. Ma va bene, ora sono a Palermo che è una piazza importante e per me è un grandissimo onore far parate della squadra. Stiamo costruendo una cosa importante e si parte dalle fondamenta. E voglio fare tanto per arrivare a costruire il tetto”.
L’ex Lecce prosegue: “Sono andato via molto piccolo, sono cresciuto nella sua scuola calcio di mio zio ma lui era sempre fuori. Mi sento responsabile perché sono Francesco Di Mariano e non come nipote di Salvatore Schillaci”.
Esperienza con Corini a Novara
Francesco Di Mariano ritrova Eugenio Corini in panchina a distanza di 5 anni. Si incontrarono per la prima volta nella stagione 2017-2018 a Novara con 3 reti in 37 partite. “Devo dire grazie al mister Corini – dice – perché ha avuto fiducia in me e mi ha fatto giocare praticamente tutte le partite di quel campionato. Da li ad oggi sono maturato tantissimo. Ho vinto poi due campionati di fila e questo mi ha fatto crescere ma è anche vero che nessuno vince le partite da solo. Ci vogliono squadra e gruppo. Zauli e Miccoli sono stati giocatori importanti ma sono qui per onorare la maglia e la piazza. Ho 26 anni, ho raggiunto un certo tipo di maturità e sono pronto per vestire la maglia, non il numero.
Dal punto di vista tecnico
L’esterno offensivo si racconta dal punto di vista tecnico e tattico. “Mi piace ricevere palla sui piedi – racconta – e sfruttare la profondità. Quando le difese sono alte preferisco la palla in profondità per mettere in difficoltà le difese avversarie. Avendo un uomo come Stulac è utile fare questo tipo di gioco. Diversamente diventa più difficile con la difesa schierata”.
Poi due parole sul bomber: “Matteo Brunori ha le caratteristiche giuste per il 4-3-3 ed in questo schema la punta centrale fa da collante ed è normale che sembri da solo ma non lo è. Anche Coda lo scorso anno viveva la stessa situazione. Ma dobbiamo avere pazienza di assimilare questo modulo e cercare di iniziare a conoscerci meglio. Matteo è un attaccante moderno. Mi piace”.
Gli obiettivi del Palermo, “Pensiamo a raggiungere la quota salvezza”
Il campionato di serie B è sempre un’incognita e dopo appena 4 giornate regna comunque l’equilibrio. Francesco Di Mariano parla della ambizioni del Palermo e risponde a chi chiede dove possa arrivare la squadra. “Prima dei play off – sottolinea – è necessario raggiungere i 35-40 punti per salvarsi. Ci sono 14-15 squadre che possono salire. E come ogni stagione ci sarà una sorpresa in negativo ed una in positivo. Sono arrivati i giocatori ma bisogna creare gruppo e squadra. Pensiamo a questo e poi ad altro. Intendiamoci, sono il primo a volere il Palermo in serie A, figuriamoci. Ma è giusto fare un passo alla volta. Prima raggiungiamo i punti necessari e poi qualunque cosa che verrà sarà importante”.
La squadra a Reggio Calabria, “Abbiamo creato gioco”
Un piccolo flashback sulla prestazione della squadra al Granillo. Di Mariano vede il bicchiere mezzo pieno. “Qualcosa abbiamo creato a Reggio Calabria. Guardiamo il lato positivo: abbiamo giocato, in fase di possesso abbiamo giocato, abbiamo creato, abbiamo sbagliato qualche gol. Bisogna ripartire da questo. In fase di non possesso siamo disordinati ma questo è dovuto al fatto che ci conosciamo da poco, abbiamo fatto pochissimi allenamenti col nuovo schema. Siamo una squadra che vuole giocare al calcio perché il mister ce lo chiede”.
Ed insiste: “Sono arrivato qui ed ho visto un gruppo pazzesco, ho visto tanta umiltà, tanta coesione. Mi è piaciuta moltissimo. I ragazzi vecchi stanno facendo tantissimo per inserirci nel gruppo. I risultati possono arrivare ma guardare indietro e pensare agli errori non porta indietro”.
“Col Genoa, sono partite che si preparano da sole”
C’è il Genoa all’orizzonte, una squadra forte, che punta al pronto ritorno in serie A e che ha totalizzato otto punti, 2 vittorie e due pareggi, che la piazzano a ridosso del trio di testa formato da Reggina, Frosinone e Brescia. Per Di Mariano “Queste partite si preparano da sole. Perché se dopo due sconfitte di fila ed un avversario così forte in casa e non ci sono stimoli allora sarebbe grave. Giocare in casa e con una squadra come il Genoa sarà utile per il riscatto. Ed è questo l’avversario migliore. La concentrazione sarà massima”.
Abbonamenti Palermo, 11.465 tessere sottoscritte
Si è chiusa la campagna abbonamenti del Palermo. Il dato ufficiale parla di 11.465 tessere sottoscritte per la stagione in serie B. Un migliaio in più rispetto a quanto fatto registrare nella stagione della rinascita in serie D 2019-2020 che fece registrare 10.446.
Queste le parole del presidente Dario Mirri: “Ritrovarci tra le squadre con più abbonati nel calcio italiano è l’ennesima conferma che Palermo e il Palermo giocano un ruolo da veri protagonisti nel panorama nazionale e non solo. I tifosi rosanero sono e rimarranno sempre un patrimonio inestimabile, fondamentale per il club, sempre sugli spalti del nostro Stadio in occasione delle partite ma anche nella vita di ogni giorno: chi è tifoso è tifoso sempre, e sarà sempre più partecipe e decisivo per il futuro del Palermo”.
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