Terzo giorno di ritiro a Manchester per il Palermo che domani, venerdì 23 settembre, disputerà un test congiunto col Nottingham Forest all’Etihad Campus. A parlare il presidente rosanero Dario Mirri che è in Inghilterra con la squadra sfruttando la pausa del campionato per le nazionali impegnati nella Nations League.

“Dare scadenze sarebbe prendere in giro la gente e io non voglio prendere in giro nessuno – ha detto Dario Mirri – non l’ho mai fatto e non lo farò mai perché ho nel cuore i tifosi, la città e i nostri colori”.

Il Palermo ha tutti i mezzi per riuscire ad arrivare in serie A, ma non si possono fare previsioni a livello temporali. Quello della massima serie è un obiettivo a medio termine, più o meno quanto dichiarato anche dalla casa madre, il City Football Group, all’ufficializzazione dell’ingresso del Palermo nella famiglia della holding che fa a capo allo sceicco Mansour.

Mirri “Non so quanto tempo ci vorrà per vincere, ma non ci manca nulla”

“Non lo so quanto tempo ci vorrà per vincere – ha continuato Mirri – stiamo facendo di tutto e non ci manca nulla per poterlo fare. Le responsabilità che abbiamo sono maggiori di quelle di ieri, dipende tutto da noi, da quanto siamo capaci di fare squadra e raggiungere i risultati. Oggi non ci manca nulla”.

Sul ritiro del Palermo a Manchester

Palermo in ritiro a Manchester

Il Palermo in questi giorni di ritiro (che si chiuderà dopodomani, 24 settembre) nel centro sportivo del Manchester City si sta confrontando con strutture e organizzazioni di uno fra i migliori club del mondo. Inevitabile il confronto tra le due realtà, quella locale e quella inglese.

Il presidente ha continuato: “Dobbiamo calare l’esperienza di questi giorni in tutte le aree di competenza della nostra società per il nostro centro sportivo dobbiamo realizzare qualcosa di analogo, adeguato al Palermo: una squadra professionistica che si trova in serie B in Italia con potenzialità superiori”.

Ed inoltre: “A Palermo a parte quello del Cus e il Tenente Onorato non c’è un campo in erba naturale in tutta la provincia. Qui in questo centro sportivo del Manchester City ce ne sono 16. Si parte molto indietro, ma la struttura del centro sportivo che realizzeremo a Torretta sarà funzionale per le nostre esigenze di oggi e speriamo nel tempo di migliorarlo per un club che deve essere sempre più ambizioso”.

Ripartiti i lavori a Torretta, “Barbera insostituibile”

Il presidente rosanero ha quindi parlato del centro di Torretta. I lavori sono ripartiti per quella che è una struttura prioritaria per la nuova proprietà del City Group. Il tutto era stato rallentato per via del cambio di proprietà che ha portato la holding internazionale a rilevare l’80% delle quote societarie del Palermo. L’obiettivo in queste settimane sarà quello di ultimare il primo campo per il mese di ottobre.

A tal proposito, Mirri ha detto “È la fabbrica dove vogliamo costruire un’accademia ed un settore giovanile di valore. Lo stadio è un progetto ambizioso e complesso, con investimenti più grandi. Lo stadio del futuro del Palermo è il Renzo Barbera. Sia per la posizione all’interno della città è straordinaria, penso alla Favorita, la strada verso Mondello. Per noi tifosi è insostituibile, è quello e non vedo il Palermo giocare da altre parti. La Juventus cambia stadi ma per me è come cambiare i colori, per me non si può non giocare con la maglia rosanero, per esempio, per me il discorso è simile”.

Sul rapporto con la nuova proprietà, Mirri ha detto che “l’integrazione con il City Football Group richiede tanto lavoro e responsabilità. Oggi abbiamo tutto per potere andare avanti. Abbiamo competenze, capacità economico finanziare e il vissuto della proprietà che segue dodici squadre in giro per il mondo, ognuna con le proprie attività fra mercato e organizzazioni societarie. Tutto questo va adeguato a quello che siamo noi, da dove siamo partiti e dove vogliamo arrivare”.

“Il sogno è la serie A”

Il presidente Mirri ha concluso parlando della competitività della serie cadetta. “Il sogno è la Serie A, quanto tempo ci vuole non siamo in condizione di dirlo con certezza. Il campionato di B è difficilissimo, quando parlo con i miei amici metto in evidenza che il tema non è capire chi va in Serie A ma chi andrà in Serie C. Il livello è così alto che faccio fatica a trovare quattro squadre che retrocederanno”.

Articoli correlati