ROMA (ITALPRESS) – L’orrore tra i disperati di Kabul. La morte che divora e inghiotte la vita di afghani che speravano di imbarcarsi su un aereo sognando la libertà. Due esplosioni quasi contemporanee, la prima a ridosso dell’aeroporto, la seconda nei pressi di un hotel in cui da qualche giorno si raggruppano i cittadini che bramano di lasciare il Paese e raggiungere la Gran Bretagna. Dopo le 20 ora italiana una terza esplosione, stavolta ai danni di un gruppo di talebani a 7 chilometri dallo scalo aereo e a tarda sera ancora una quarta, anche stavolta una deflagrazione al passaggio di un convoglio talebano. Nella lunga e violenta giornata, all’imbrunire in una Kabul avvolta dal terrore, a terra resteranno almeno 60 afghani e 12 tra soldati e funzionari statunitensi. Dietro gli attacchi l’Isis; in serata il sedicente Stato islamico ne rivendica la responsabilità. L’azione più grave delle azioni fuori dall’Abbey Gate dell’aeroporto.
Qui un kamikaze carico di esplosivo, mischiatosi tra la folla di disperati alla ricerca di un volo che li avrebbe portati al sicuro, si è fatto saltare falciando l’esistenza di diverse decine di persone, e dilaniando i corpi di un gruppo di marines statunitensi: almeno 12 gli americani morti, anche se fonti di Washington non hanno nascosto i timori che il numero possa crescere. Così come è in continuo aggiornamento quello delle vittime afghane, più di 60. Pochi minuti dopo un’altra esplosione squarcia il cielo della capitale dell’Afghanistan all’esterno del Baron Hotel. Gli ospedali della città per tutto il pomeriggio sono stati presi d’assalto, a terra sotto il muro di recinzione dell’area dell’aeroporto decine di corpi smembrati, con il canale di scolo che si tinge del rosso del sangue di quanti, ammassati ai cancelli in attesa di un volo per la salvezza, hanno trovato la morte. Nessun italiano è rimasto coinvolto negli attentati. A pagare il tributo più pesante, tra gli occidentali, le forze statunitensi.
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