ROMA (ITALPRESS) – “L’astensionismo è il sintomo principale della malattia per una democrazia”. Così, in un’intervista a la Repubblica, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Il Libro bianco stilato dalla Commissione di esperti per indagarne le cause prova però a dare delle soluzioni, perlomeno per i 9 milioni di italiani con problemi di salute o con la residenza lontana dal luogo di studio e lavoro: in primis il voto negli uffici postali. Già nel 1999 se ne parlava come di una innovazione imminente. Eppure, nonostante in tutta Europa ci siano soluzioni del genere, in Italia siamo ancora fermi al palo “probabilmente perchè è mancata un’analisi complessiva del fenomeno – spiega D’Incà -, però posso dire che stavolta ho avuto incontri informali con tutte le parti politiche, indicando le possibili soluzioni: due soli election day l’anno e il voto anticipato presidiato”. E alla domanda, se entro questa legislatura si arriverà ad una conclusione, risponde: “Abbiamo dato le nostre indicazioni, certo mi impegnerò a promuoverle in Parlamento con l’obiettivo di riuscirci”.
“L’astensionismo – aggiunge – non riguarda solo noi, addossarlo solo al M5S è sbagliato. Certamente stare al governo significa assumersi delle responsabilità e questo comporta delle conseguenze. Però i risultati ci sono stati, dal reddito di cittadinanza allo spazzacorrotti, i fondi del Recovery, il tema della transizione energetica, la riforma che ha tagliato il numero dei parlamentari. Occorre anche saperli raccontare”.
La spinta propulsiva di Draghi, secondo il Ministro, “c’è ancora, specie per raggiungere i 100 obiettivi del Pnrr, ci sono riforme da votare e chiudere entro il 30 giugno, sugli appalti, la concorrenza, il fisco, il Csm”. “Come governo – sottolinea – abbiamo deliberato 66 disegni di legge, 49 sono stati votati, tutti sono preceduti da incontri di maggioranza e confronti con le opposizioni. Abbiamo lavorato con temi difficili che non si erano mai visti per la loro urgenza: pandemia, Pnrr, caro energia”.
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