ROMA (ITALPRESS) – “E’ preoccupante perchè gli indicatori e il trend ci dicono che probabilmente chiuderemo il bilancio con il doppio degli arrivi rispetto all’anno scorso, arrivando a oltre 200 mila persone. La tragedia è che solo l’11% avrà il riconoscimento dello status di rifugiato, quindi stiamo ospitando cittadini che non otterranno mai il riconoscimento. Dopo quest’ultima ondata, nel mio Veneto stiamo già ospitando 9mila persone, oltre ai 15mila profughi ucraini. Attualmente ne abbiamo 550mila, il 13% della popolazione del Veneto”. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, a Rtl 102.5. “Riconosciamo che questi flussi sono il risultato di molti fattori, inclusa la congiuntura internazionale negativa. La guerra ha avuto effetti globali. Il governo sta facendo l’impossibile e ha riattivato canali internazionali in maniera ottima. La vera azione dovrebbe essere contro l’Europa, che non può continuare a considerare Lampedusa come il limite italiano ma come il limite europeo. E’ un problema europeo e non si risolve con una stretta di mano o una visita istituzionale. L’Europa è latitante e non può comportarsi così”, continua. “La protesta è presidio della democrazia, i sindaci hanno la responsabilità dei loro territori. In Veneto, ogni comune ha già un buon carico, i sindaci hanno ben coscienza del fenomeno. L’Italia da sola non può farcela, tutta l’Africa in Italia non ci sta. Non si tratta di razzismo ma di obiettività. L’accoglienza non può prescindere dalla dignità, che richiede risorse. Non possiamo garantire un’accoglienza a cinque stelle a tutti, mettendo a repentaglio la comunità locale che ha bisogno di risposte e servizi”, spiega. Per Zaia “è fondamentale aiutare quel 10-15% che fuggono da morte e fame, ma anche concentrarsi maggiormente sull’Europa. Da soli non ce la possiamo fare, i territori hanno raggiunto la capacità massima. Non è una questione politica ma oggettiva”, conclude.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –