ROMA (ITALPRESS) – “In Italia il numero di intercettazioni telefoniche, ambientali, direzionali, telematiche, fino al trojan e un domani ad altri strumenti, è di gran lunga superiore alla media europea, e ancor più rispetto a quello dei paesi anglosassoni. Il loro costo è elevatissimo, con centinaia di milioni di euro all’anno”. Lo ha detto il ministro della giustizia, Carlo Nordio, nel corso della sua audizione davanti alla commissione del Senato.
“Gran parte di queste – aggiunge – si fanno sulla base di semplici sospetti, e non concludono nulla. Non si è mai vista una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni, che dovrebbero esser un mezzo di ricerca della prova, mentre sono diventate uno strumento di prova, come tale assai fragile, che si dissolve davanti al contradditorio dibattimentale, in un contesto processuale dove possono addirittura emergere omissioni ed errori di trascrizione delle stesse intercettazioni. Esse costituiscono, inoltre, un pericolo per la riservatezza e l’onore delle persone coinvolte, che spesso non sono nemmeno indagate. La loro diffusione, talvolta selezionata e pilotata, costituisce uno strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica”. “Si tratta – aggiunge – di sostanziali violazioni dell’articolo 15 della Costituzione, che fissa la segretezza delle comunicazioni come interfaccia della libertà. Pascal diceva che se tutti sapessero quello che noi diciamo degli altri, non avremmo un amico. Il voto è è segreto perchè è libero, senza segretezza non esiste libertà. Ne proporremo una profonda revisione, e comunque vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione arbitraria o impropria”.
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS).
“Gran parte di queste – aggiunge – si fanno sulla base di semplici sospetti, e non concludono nulla. Non si è mai vista una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni, che dovrebbero esser un mezzo di ricerca della prova, mentre sono diventate uno strumento di prova, come tale assai fragile, che si dissolve davanti al contradditorio dibattimentale, in un contesto processuale dove possono addirittura emergere omissioni ed errori di trascrizione delle stesse intercettazioni. Esse costituiscono, inoltre, un pericolo per la riservatezza e l’onore delle persone coinvolte, che spesso non sono nemmeno indagate. La loro diffusione, talvolta selezionata e pilotata, costituisce uno strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica”. “Si tratta – aggiunge – di sostanziali violazioni dell’articolo 15 della Costituzione, che fissa la segretezza delle comunicazioni come interfaccia della libertà. Pascal diceva che se tutti sapessero quello che noi diciamo degli altri, non avremmo un amico. Il voto è è segreto perchè è libero, senza segretezza non esiste libertà. Ne proporremo una profonda revisione, e comunque vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione arbitraria o impropria”.
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