ROMA (ITALPRESS) – “Sa cos’è che mi ha colpito in questi ultimi giorni? La frase del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, nella quale dice di vergognarsi del suo partito perchè invece di discutere dei problemi del Paese, si occupa di poltrone e di incarichi. Si capisce davvero come sia urgente un processo di rigenerazione e ricostruzione della politica, non solo della sinistra politica”. Così, al quotidiano la Repubblica, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che chiede ai partiti (tutti) di tornare a rappresentare i bisogni della società e a quelli della sinistra di ritrovare il legame con il mondo del lavoro, “quella comunità – dice – che le forze progressiste, prima dei sottomettersi alla logica neoliberista, hanno sempre cercato di rappresentare”. “E oggi più che mai, per la grave crisi che viviamo, è necessario – aggiunge – ricostruire i legami con il mondo del lavoro in tutte le sue vecchie e nuove articolazioni”. Al presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiede un confronto vero su tutti i temi del Recovery Plan, con l’obiettivo di fare diverse intese. E in vista del prossimo decreto Sostegno avverte: “Sarebbe inaccettabile, in qualunque forma, un nuovo condono fiscale, rappresenterebbe uno schiaffo a tutti coloro che pagano regolarmente le tasse”.
“Credo che l’appello del Presidente della Repubblica per dare vita a un governo di alto profilo senza che fosse riconducibile ad alcuna formula politica, per affrontare l’emergenza, abbia provocato un terremoto in tutto il sistema politico italiano – spiega Landini -. La questione cruciale è oggi come si ricostruisce una credibilità e una fiducia sul ruolo della politica. Perchè la politica non è solo governo, è anche organizzazione della società, degli interessi che convivono al suo interno. La politica è un disegno per il futuro. L’ha detto il presidente Draghi: non usciremo dalla crisi esattamente come siamo entrati, non basterà riaccendere la luce perchè tutto torni come prima. Il Next Generation Eu è questo, è cambiare il Paese con una serie di riforme. E invece – come ha scritto Zingaretti – c’è un ceto politico che discute di poltrone. Anche per questo chiedo al presidente del Consiglio di coinvolgere davvero le parti sociali per allargare la partecipazione al progetto di riforme e creare nuovo lavoro di qualità”. “Con il governo si possono fare tanti accordi – aggiunge Landini -. Non va solo riconosciuto il ruolo degli attori sociali, vanno usate le loro competenze per discutere nel merito i progetti del Piano nazionale di ricostruzione e resilienza. Con tre obiettivi: costruire un contesto per ridare una prospettiva di lavoro ai giovani, ripensare il modello di welfare per favorire la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e chiudere con la stagione degli incentivi, rivedere il modello di sviluppo in chiave digitale ed eco-sostenibile avendo al centro il futuro delle regioni del Mezzogiorno”.
“Sono le regole europee che impongono di allargare il confronto sui piani nazionali – sottolinea -. Dopodichè insisto: la politica sta attraversando una profonda crisi di credibilità. Questo è il terzo governo, con tre formule diverse, in tre anni di legislatura. E’ evidente che la politica ha bisogno di una sorta di rigenerazione per rappresentare quel che accade nella società a partire dalle reali condizioni di chi lavora”.
“Sicuramente – prosegue – c’è una questione che riguarda specificatamente la sinistra. Nei sondaggi sulle intenzioni di voto cresce sempre più la quota di coloro che dichiarano che non andranno a votare. La crisi della rappresentanza politica è sotto gli occhi di tutti. La sinistra europea, non solo quella italiana, ha commesso un grave errore che risale ormai ad almeno vent’anni fa: aver aderito alla logica neoliberista come se il mercato potesse risolvere tutti i problemi. Proprio la grave crisi della pandemia dimostra che senza un intervento attivo dello Stato e la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori non si costruisce coesione sociale e una economia sostenibile”.
(ITALPRESS).
“Credo che l’appello del Presidente della Repubblica per dare vita a un governo di alto profilo senza che fosse riconducibile ad alcuna formula politica, per affrontare l’emergenza, abbia provocato un terremoto in tutto il sistema politico italiano – spiega Landini -. La questione cruciale è oggi come si ricostruisce una credibilità e una fiducia sul ruolo della politica. Perchè la politica non è solo governo, è anche organizzazione della società, degli interessi che convivono al suo interno. La politica è un disegno per il futuro. L’ha detto il presidente Draghi: non usciremo dalla crisi esattamente come siamo entrati, non basterà riaccendere la luce perchè tutto torni come prima. Il Next Generation Eu è questo, è cambiare il Paese con una serie di riforme. E invece – come ha scritto Zingaretti – c’è un ceto politico che discute di poltrone. Anche per questo chiedo al presidente del Consiglio di coinvolgere davvero le parti sociali per allargare la partecipazione al progetto di riforme e creare nuovo lavoro di qualità”. “Con il governo si possono fare tanti accordi – aggiunge Landini -. Non va solo riconosciuto il ruolo degli attori sociali, vanno usate le loro competenze per discutere nel merito i progetti del Piano nazionale di ricostruzione e resilienza. Con tre obiettivi: costruire un contesto per ridare una prospettiva di lavoro ai giovani, ripensare il modello di welfare per favorire la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e chiudere con la stagione degli incentivi, rivedere il modello di sviluppo in chiave digitale ed eco-sostenibile avendo al centro il futuro delle regioni del Mezzogiorno”.
“Sono le regole europee che impongono di allargare il confronto sui piani nazionali – sottolinea -. Dopodichè insisto: la politica sta attraversando una profonda crisi di credibilità. Questo è il terzo governo, con tre formule diverse, in tre anni di legislatura. E’ evidente che la politica ha bisogno di una sorta di rigenerazione per rappresentare quel che accade nella società a partire dalle reali condizioni di chi lavora”.
“Sicuramente – prosegue – c’è una questione che riguarda specificatamente la sinistra. Nei sondaggi sulle intenzioni di voto cresce sempre più la quota di coloro che dichiarano che non andranno a votare. La crisi della rappresentanza politica è sotto gli occhi di tutti. La sinistra europea, non solo quella italiana, ha commesso un grave errore che risale ormai ad almeno vent’anni fa: aver aderito alla logica neoliberista come se il mercato potesse risolvere tutti i problemi. Proprio la grave crisi della pandemia dimostra che senza un intervento attivo dello Stato e la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori non si costruisce coesione sociale e una economia sostenibile”.
(ITALPRESS).
Commenta con Facebook