TORINO (ITALPRESS) – Un’iniziativa di solidarietà che ha coinvolto quasi mille mamme e bambini ucraini, offrendo supporto e socialità in un contesto di vacanza. E’ il progetto “Per la Pace”, promosso da Eni Foundation, e gestito in collaborazione con Protezione Civile e l’associazione D.O.C, che ha permesso a un folto gruppo di persone già rifugiate in Italia di allontanarsi dai traumi della guerra in Ucraina. “Un’iniziativa unica – ha detto il presidente di Eni Foundation Domenico Giani – con cui abbiamo voluto dare il nostro sostegno a queste situazioni di bisogno”. Il resoconto del progetto è stato presentato a Torino in concomitanza dell’inaugurazione della mostra fotografica che ne racconta l’esperienza, esposta nei giardini di Cascina Fossata.
I turni di soggiorno, della durata di 15 o 21 giorni, sono stati in totale 22 distribuiti in 5 località tra Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Marche. Tra il 10 giugno e il 25 settembre del 2022, quindi, 980 persone – 405 adulti e 575 tra bambini e ragazzi – hanno potuto trascorrere un periodo di vacanza a Bardonecchia, Moncucco Torinese, Marina di Massa, Cesenatico e Urbino.
“L’esperienza del gruppo – ha aggiunto Giani – ha fatto sì che la fondazione si sia fatta carico del tema della guerra e di esprimere una vicinanza soprattutto ai minori che si trovavano in Italia, accolti da famiglie, parenti o amici. Abbiamo collaborato con la Protezione Civile, i servizi di welfare delle Regioni e con la cooperativa D.O.C. da anni impegnata nel sociale e che affianca la nostra azienda nell’accoglienza dei figli dei nostri dipendenti. Accogliere questi bambini e ragazzi provenienti dalla guerra nelle strutture dell’azienda ha agevolato l’accoglienza e il calore umano che vogliamo trasmettere a questi ragazzi”.
Il progetto ha visto anche la supervisione scientifica dell’Università di Torino, e in particolare dei Dipartimenti di Psicologia e Filosofia e Scienze della Formazione, con diversi obiettivi. Sono stati istituiti spazi di ascolto e dialogo tra adulti, con particolare riguardo al tema della genitorialità in situazione di guerra, e tra ragazzi, con l’organizzazione di attività creative e ricreative. Questa esperienza ha permesso di raccogliere dati e materiali a disposizione della ricerca, condotta da un team di docenti e ricercatori, volta a sviluppare sostegno e integrazione per le famiglie ucraine rifugiate in Italia.
“Un aspetto molto importante lo ha avuto anche l’Università di Torino – ha concluso Giani – perchè è stato uno studio diretto di queste problematiche. Siamo riusciti a raccogliere degli elementi fondamentali di studio che sono anche spunti di riflessione in questo segmento storico così particolare e delicato”.
I turni di soggiorno, della durata di 15 o 21 giorni, sono stati in totale 22 distribuiti in 5 località tra Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Marche. Tra il 10 giugno e il 25 settembre del 2022, quindi, 980 persone – 405 adulti e 575 tra bambini e ragazzi – hanno potuto trascorrere un periodo di vacanza a Bardonecchia, Moncucco Torinese, Marina di Massa, Cesenatico e Urbino.
“L’esperienza del gruppo – ha aggiunto Giani – ha fatto sì che la fondazione si sia fatta carico del tema della guerra e di esprimere una vicinanza soprattutto ai minori che si trovavano in Italia, accolti da famiglie, parenti o amici. Abbiamo collaborato con la Protezione Civile, i servizi di welfare delle Regioni e con la cooperativa D.O.C. da anni impegnata nel sociale e che affianca la nostra azienda nell’accoglienza dei figli dei nostri dipendenti. Accogliere questi bambini e ragazzi provenienti dalla guerra nelle strutture dell’azienda ha agevolato l’accoglienza e il calore umano che vogliamo trasmettere a questi ragazzi”.
Il progetto ha visto anche la supervisione scientifica dell’Università di Torino, e in particolare dei Dipartimenti di Psicologia e Filosofia e Scienze della Formazione, con diversi obiettivi. Sono stati istituiti spazi di ascolto e dialogo tra adulti, con particolare riguardo al tema della genitorialità in situazione di guerra, e tra ragazzi, con l’organizzazione di attività creative e ricreative. Questa esperienza ha permesso di raccogliere dati e materiali a disposizione della ricerca, condotta da un team di docenti e ricercatori, volta a sviluppare sostegno e integrazione per le famiglie ucraine rifugiate in Italia.
“Un aspetto molto importante lo ha avuto anche l’Università di Torino – ha concluso Giani – perchè è stato uno studio diretto di queste problematiche. Siamo riusciti a raccogliere degli elementi fondamentali di studio che sono anche spunti di riflessione in questo segmento storico così particolare e delicato”.
– foto xb4/Italpress –
(ITALPRESS).
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