L’Est dell’Ucraina è sotto il fuoco continuo: si combatte ancora nel Donbass, dove lo scontro resta intenso, e l’attenzione è rivolta in particolare alla città di Severodonetsk, nella regione di Lugansk, al centro della battaglia delle ultime settimane. Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “Severodonetsk rimane l’epicentro dello scontro nel Donbass”. “Difendiamo le nostre posizioni – ha affermato nel consueto videomessaggio serale -, infliggiamo perdite significative al nemico. Questa è una battaglia molto feroce, molto difficile”. “Probabilmente una delle più difficili durante questa guerra. Sono grato a tutti coloro – ha continuato – che difendono questa direzione. In molti modi, il destino del nostro Donbass viene deciso lì”. Nel quadro presentato dall’intelligence britannica, nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito, nell’area di Severodonetsk i combattimenti continuano ma nelle ultime 48 ore “il Gruppo di forze orientali russe ha probabilmente aumentato gli sforzi per avanzare a sud di Izium”. Per Londra, la Russia “probabilmente cerca di riguadagnare slancio in quest’area per esercitare ulteriore pressione su Severodonetsk” e per avere la possibilità di “avanzare più in profondità nell’oblast di Donetsk”. Secondo il ministero della difesa russo, l’esercito ucraino nel Donbass “sta subendo perdite significative di manodopera, armi ed equipaggiamento militare” mentre secondo lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev “nelle ultime 24 ore i difensori dell’Ucraina nelle aree di Donetsk e Lugansk hanno respinto sette attacchi nemici”. Al fronte, quindi, le armi non si fermano, mentre sul piano diplomatico non vengono compiuti passi in avanti per la pace. Intanto, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è tornato a parlare della guerra in Ucraina e dei suoi effetti nel mondo, rinnovando il suo appello: “L’invasione russa dell’Ucraina deve finire. Ma finchè ciò non accadrà – ha scritto in un tweet -, abbiamo bisogno di un’azione immediata: 1. Dobbiamo portare stabilità ai mercati alimentari ed energetici globali. 2. Abbiamo bisogno di rendere immediatamente disponibili risorse per aiutare le comunità e i paesi più poveri”. Non c’è, però, ancora l’accordo per lo sblocco del grano che si trova fermo in Ucraina e che minaccia una crisi alimentare globale. (ITALPRESS).
Photo www.agenziafotogramma.it
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