Rischio inquinamento elettromagnetico a Trapani. Troppe antenne di telefonia e di emittenti radiotelevisive concentrate in alcuni quartieri di Trapani e finiscono sotto osservazione. Alla fine non si è verificato alcun riscontro di elevati valori elettromagnetici e dunque i residenti non sono sovraesposti. I risultati sono stati resi noti in questi giorni da parte dell’Arpa, l’agenzia nazionale protezione ambiente, che ha completato un’attenta mappatura delle aree cosiddette a rischio. Nessuno dei rilevamenti, però, ha dato valori oltre il tetto massimo consentito.

Il periodo di attività

Dal 13 maggio 15 giugno scorsi agenti dell’Arpa Sicilia, su richiesta del Comune di Trapani, hanno effettuato con la collaborazione della polizia municipale del Comune di Trapani  una campagna di misure puntuali di campo elettromagnetico. Le verifiche hanno riguardato la presenza di impianti di emittenti a radiofrequenza nelle aree e negli edifici del territorio comunale maggiormente esposti e dove potenzialmente poteva essere riscontrata una situazione critica, anche per la presenza di una pluralità di impianti. La campagna è stata svolta in applicazione alle competenze di controllo e vigilanza dei campi elettromagnetici assegnate ai Comuni dalla legge 36 del 2001

L’attività svolta

L’attenzione è stata focalizzata sulle stazioni radio emittenti che negli anni sono state installate, o sottoposte a modifica, oggetto di istruttoria sulla base del decreto legislativo del 2003 di recente modificato. Ad essere stata richiesta l’emissione del parere di competenza da parte dell’unità operativa occidentale di Arpa Sicilia. In particolare, nell’area urbanizzata e ad alta densità abitativa, sono stati individuati 78 impianti emittenti a radiofrequenza: 24 della Telecom Italia S.p.a., 19 della Vodafone Italia S.p.a., altri 19 della Wind Tre Telecomunicazioni S.p.a., 13 della Iliad Italia S.p.a. e 3 della Linkem S.p.A.

I rilevamenti

In prossimità di tali impianti sono stati effettuati 35 rilevamenti puntuali di campo elettromagnetico, di cui 26 per la verifica del limite di esposizione, con valori rilevati compresi tra 1,2 e 7,4 V/m (volt per metro), e 9 del valore di attenzione (valori rilevati compresi tra 1,02 e 4,35 V/m) definiti dalla legge 36 del 2001 e successivo Dpcm dell’8 luglio 2003 (rispettivamente 20 V/m e 6 V/m).

Evidenze dalla campagna di misure

“La campagna di misure – sostiene la relazione finale – ha evidenziato che i valori di c.e.m. (campi elettromagnetici) medi misurati sono risultati tutti inferiori ai limiti imposti dalla normativa vigente sia per il limite di esposizione che per il valore di attenzione”.

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