Assolti imprenditore e commissario liquidatore di una ditta edile dall’accusa di bancarotta fraudolenta. I giudici della IV sezione penale del tribunale di Palermo presidente Bruno Fasciana, hanno assolto l’imprenditore Calcedonio Di Giovanni e Francesco Curti Gialdino, commissario liquidatore della Beton Sud, per non avere commesso il fatto. L’imprenditore e il commissario, difesi dall’avvocato Paolo Grillo ed Emanuele Varrica, erano accusati di aver “pilotato” quel fallimento dell’azienda.
Il patrimonio confiscato
I due imputati nel 2016 avrebbero distrutto o nascosto le scritture contabili di una delle imprese di Di Giovanni. All’imprenditore lo scorso aprile è strato confiscato un patrimonio da 100 milioni di euro tra cui il villaggio turistico Kartibubbo, a Campobello di Mazara. Questa confisca è stata resa definitiva dalla cassazione. Di Giovanni, 72 anni, è un imprenditore originario di Monreale, nel palermitano, ma con interessi economici nella provincia di Trapani.
Il suo impero
Il 72enne ha costruito un impero nel trapanese. Dagli inizi degli anni settanta, secondo le ipotesi investigative, si era legato ai clan del mandamento di Mazara del Vallo per i quali riciclava denaro sporco e aveva costruito un complesso turistico sul litorale di Campobello di Mazara. In anni più recenti, Di Giovanni ha avuto accesso a rilevanti finanziamenti pubblici nazionali e comunitari, coinvolgendo nei propri progetti anche gli interessi di mafiosi di Castelvetrano.
Le indagini
Le indagini della Dia avevano permesso di accertare l’esistenza di una palese situazione di sperequazione fra i redditi dichiarati dall’imprenditore e i beni accumulati negli anni. La confisca ha riguardato il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario: appartamenti, terreni, conti bancari e compendi aziendali tra cui il complesso turistico Kartibubbo Village che al tempo ospitava anche ville in possesso di boss mafiosi.Nel 2021 era stata confermata anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
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