Michele Angelo Licata, 54 anni, ex imprenditore del settore ristorazione-alberghiero, è stato condannato a due anni e mezzo per la lottizzazione abusiva della Zona a protezione speciale (Zps) di Margi Nespolilla, alle spalle della spiaggia di Torrazza, nel Comune di Petrosino (Tp).
Licata era già stato condannato in primo grado nel dicembre 2016 a 4 anni 5 mesi e 20 giorni di reclusione per evasione fiscale, truffa allo Stato e malversazione; nel 2015, a seguito di un’indagine della Guardia di finanza, gli sono stati sequestrati ristoranti, alberghi, società e liquidità per circa 130 milioni di euro.
A condannare l’imprenditore, per il quale il pm Antonella Trainito aveva invocato 4 anni, è stato il giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte, che ha disposto anche la confisca, con trasferimento al patrimonio del Comune di Petrosino, dei 18 ettari di terra sui quali, secondo l’accusa, la società Roof Garden di Licata avrebbe tentato di realizzare un grande complesso alberghiero con campo da golf.
Nel processo, il Comune di Petrosino si è costituto parte civile insieme al Circolo Marsala-Petrosino di Legambiente e all’associazione Codici Onlus. A rappresentare l’amministrazione comunale guidata da Gaspare Giacalone sono stati gli avvocati Giuliano Pisapia (ex sindaco di Milano) e Valerio Vartolo.
Alle parti civili il giudice ha accordato risarcimenti non patrimoniali da 20 mila a 2 mila euro, rinviando, per il solo Comune, la quantificazione dei danni patrimoniali al tribunale civile. I terreni confiscati appartenevano prima a Calcedonio Di Giovanni, imprenditore di Monreale al quale è stato sequestrato, per mafia, un patrimonio di 450 milioni.
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