La prima sezione della Corte di Cassazione, con sentenza di rigetto, ha posto fine al procedimento di prevenzione avviato dalla Direzione Investigativa Antimafia nel 2014 a carico di Calcedonio Di Giovanni, 72 anni, imprenditore originario di Monreale, nel Palermitano, ma con interessi economici nella provincia di Trapani.

Il valore dei beni confiscati

Il valore dei beni definitivamente sottratti alla criminalità organizzata è pari a 100 milioni di euro.

L’imprenditore monrealese

L’imprenditore di Monreale, ha costruito un impero nel trapanese., Dagli inizi degli ani Settanta, si era legato ai clan del mandamento di Mazara del Vallo (TP) per i quali riciclava denaro sporco e aveva costruito un complesso turistico sul litorale di Campobello di Mazara (TP).

In anni più recenti, Di Giovanni ha avuto accesso a rilevanti finanziamenti pubblici nazionali e comunitari, coinvolgendo nei propri progetti anche gli interessi di mafiosi di Castelvetrano (TP).

Le indagini

Le indagini della Dia avevano permesso di accertare l’esistenza di una palese situazione di sperequazione fra i redditi dichiarati dall’imprenditore e i beni accumulati negli anni. La confisca ha riguardato il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario: appartamenti, terreni, conti bancari e compendi aziendali tra cui il complesso turistico Kartibubbo Village che al tempo ospitava anche ville in possesso di boss mafiosi.

Nel 2021 era stata confermata anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

I collaboratori di giustizia

L’imprenditore palermitano, secondo ricorrenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia, sarebbe stato portatore di interessi delle cosche mafiose siciliane attraverso artificiosi meccanismi fraudolenti mediante i quali avrebbe avuto accesso a cospicui finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti individui vicini ad un noto latitante mafioso.

I beni confiscati

La confisca ha riguardato appartamenti, terreni, conti correnti bancari ed aziende, e il complesso turistico alberghiero, situato nella Sicilia sud-occidentale, presso il quale, in passato, sarebbero stati ospitati boss mafiosi del calibro del capo mandamento di Mazara del Vallo.

Confiscate anche alcune società con sede a San Marino e Londra, coinvolte in complesse operazioni finanziarie collegate a grosse transazioni commerciali internazionali.

 

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