Il flusso della droga veniva gestito da due diverse “organizzazioni”. E per tentare di sviare eventuali intercettazioni al telefono parlavano di finocchi, birra, sigarette, tiramisù, fogli, trapano, latte, farina e patate. Classici modi per evitare di pronunciare la parola ”droga”. Accorgimenti che però non sono bastati per evitare di finire al centro di un’operazione antidroga che ha coinvolto principalmente il territorio di Castellammare del Golfo, nel trapanese, con collegamenti anche con la provincia palermitana.

L’origine dell’operazione

L’operazione è quella che ha portato al blitz di due giorni fa con 20 indagati, 15 finiti agli arresti e 5 invece con obbligo di dimora. Tutto nasce dalla denuncia disperata di una donna che stava vedendo il proprio marito consumato dall’assunzione di stupefacenti. Riconosce i contatti del coniuge e decide di raccontare tutto ai carabinieri che da quel momento avviano un’indagine serrata che permetterà di ricostruire il mercato della droga castellammarese e i suoi flussi.

Due distinte organizzazioni

I carabinieri del comando provinciale di Trapani e quelli della stazione di Castellammare del Golfo hanno minuziosamente ricostruito tutto, dai “capi” alla filiera di approvvigionamento. Due sarebbero state le distinte organizzazioni: una guidata da Salvatore Bosco, 40 anni, e dal fratello Giuseppe di 49 anni, e l’altra da Massimo Catanzaro, 51 anni, tutti di Castellammare del Golfo. I nomi dei due fratelli sono oltretutto di spicco: sono infatti i figli di Antonino Bosco, 67 anni, noto boss mafioso e tutt’oggi recluso nel carcere di Oristano.

Nessun conflitto

Oltretutto queste due organizzazioni gestivano con tranquillità e serenità i loro “affari”. Tanto che inizialmente i carabinieri pensano che Catanzaro e Bosco facciano parte della stessa squadra ed invece portano avanti interessi distinti. In pratica era come se pacificamente si fossero spartiti le piazze dello spaccio.

Gli altri indagati

I tre hanno sono stati arrestati e con loro anche (tra domiciliari e carcere): gli alcamesi Emanuela Di Bartolo, 44 anni, Davide Calabrò di 22 anni, i palermitani Domenico Belmonte, 27 anni, Gabriele Piazza di 36 anni, e Marco Sciabica di 45 anni, i castellammaresi Lorenzo Poma di 35 anni, Dario La Puma di 28 anni, Antonina La Tona di 25 anni, Angelo Adragna di 27 e Sebastiano Domingo di 28 anni, il partinicese Antonino Maragliotti di 42 anni ed infine Salvatore Ferrara di 47 anni, residente a Trappeto. I 5 con obbligo di dimora sono invece: Giuseppe Di Bona, 56 anni, Pietro D’Aguanno di 48 anni, Ivan Ferro di 31 anni e Alberto Amato, 39 anni, tutti di Castellammare, e il rumeno Florin Cucu di 24 anni , anche lui residente nella cittadina castellammarese.

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