Sono in tutto 29 gli indagati nell’operazione “Acheron” scattata all’alba nel cosiddetto “Bronx” Trapanese dove la cocaina scorreva a fiumi. Le indagini hanno preso avvio dall’operazione denominata “Reset” del 2019. All’epoca finirono dietro le sbarre diversi componenti della famiglia Beninati, egemone nello spaccio di stupefacenti all’interno del quartiere.
In carcere
A finire in carcere sono stati: Antonino Beninati, 44 anni, Francesco Beninati, 39 anni, Giuseppe Beninati, 35 anni, Giuseppe Felice Beninati, 25 anni, Leonardo Casano, 50 anni, Michael Criscenti, 23 anni, Angelo D’Agostino, 40 anni, Francesco Di Bartolo, 47 anni, Massimo Ferrara, 42 anni, Filippo Giacalone, 28 anni, Gianfranco Gianni, 59 anni, Vincenzo Gigante, 42 anni, Ottavio Monaco, 36 anni, Filippo Raccuglia, 24 anni, Francesco Ruggirello, 22 anni, Giuseppe Salerno, 32 anni, Carmelo Schifano, 38 anni, e Antonino Tranchida, 36 anni.
Ai domiciliari
Vanno invece ai domiciliari: Pietro Paolo Marino, 25 anni, Cristian Balistreri, 30 anni, Alessio Castoro, 33 anni, Irene Di Girolamo, 33 anni, Domenico Mauro, 35 anni, Vincenzo Mazzola, 22 anni, Maria Grazia Pirrone, 35 anni, Giuseppa Prinzivalli, 48 anni, Leonardo Rubino, 43 anni, e Salvatore Tranchida, 67 anni. Un altro indagato, di cui non sono state rese note le generalità risulta irreperibile.
L’organizzazione di Beninati
L’operazione ha permesso di ricostruire l’esistenza di due articolati sodalizi criminali, l’uno facente capo a Giuseppe Felice Beninati e l’altro a Giuseppe Salerno. Il primo, subentrato al padre Antonino, finito in carcere 3 anni fa, si avvaleva di un entourage composto da appartenenti dalla stessa compagine familiare e da fidati collaboratori. Aveva organizzato più piazze di spaccio, dislocandole in alcune vie all’interno del quartiere “Bronx” e del vicino Rione Palme. Zone divenute punti di riferimento per centinaia di assuntori di sostanze stupefacenti.
L’organizzazione di Salerno
Salerno, figlio del più noto Carmelo, esponente della famiglia mafiosa di Paceco, aveva invece organizzato una parallela associazione. Era destinata all’approvvigionamento e allo stoccaggio dello stupefacente ed in particolare di cocaina nel “Bronx”. Se la procurava attraverso stretti e costanti rapporti intessuti con i Rosarnesi Angelo D’Agostino e Felice Gallizzi, vicini alla ndrina dei Pesce.
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