Crisi occupazionale, condizioni di lavoro instabili e carenza del personale.  Quello che doveva essere un fenomeno temporaneo adesso rischia di diventare una preoccupante consuetudine: la condizione precarie dei dipendenti degli uffici postali della provincia di Trapani sono motivo di apprensione per la Silc Cgil Trapani.

“E’ necessario un confronto serio e costruttivo con l’azienda per trovare soluzioni concrete – sottolinea la segreteria sindacale – la provincia di Trapani non può più essere penalizzata da una gestione che si basa su logiche emergenziali e temporanee”.

La carenza di personale negli uffici postali

Una delle problematiche evidenziate riguarda la carenza di personale negli uffici postali. Attualmente, come indicato dalla Silc Cgil Tp, la gestione operativa di molti uffici è affidata ad un numero ristretto di dipendenti, costretti a lavorare senza una sede fissa e a fronteggiare carichi di lavoro ben superiori alle normali aspettative.

Questa situazione ha portato a un consolidamento di trasferimenti frequenti, impiegati per far fronte alle emergenze quotidiane. Tuttavia, ciò che doveva essere una soluzione temporanea per affrontare malattie o ferie si è trasformato in una prassi abituale, evidenziando una cronica insufficienza di organico.

Il risultato dello scenario sopracitato porta i lavoratori a dover gestire un carico crescente di stress e un deterioramento delle condizioni lavorative e contemporaneamente, la qualità del servizio offerto ai clienti subisce un abbassamento sugli standard di assistenza.

Carichi di lavoro estenuanti per i portalettere

Anche la condizione dei portalettere è diventata critica, con lavoratori costretti a fronteggiare quotidianamente condizioni di lavoro estremamente sfavorevoli. In particolare, i dipendenti devono adattarsi ad una flessibilità indefinita e rispettare scadenze sempre più stringenti e al contempo ricoprire aree geografiche senza il supporto logistico necessario.

A rendere la situazione ancora più complesse è la gestione delle Ader (le comunicazioni dell’Agenzia delle entrate riscossioni), “trattate come semplici raccomandate e assegnate in quantità nettamente fuori dalla norma – si legge nella nota – i portalettere si trovano a ricoprire anche il ruolo di messi notificatori senza un’adeguata formazione specifica. Questa mancanza di preparazione aumenta il rischio di errori e mette ulteriormente sotto pressione lavoratori già sovraccarichi di responsabilità”.

Diritti negati e insicurezza professionale ai lavoratori a tempo determinato

“Per questi lavoratori, la necessità di ottenere proroghe contrattuali si traduce in un clima di costante incertezza – affermano i sindacalisti – necessario per accumulare i mesi richiesti per l’inserimento in graduatoria e la successiva stabilizzazione. Trattati come semplici numeri, sono costretti ad assecondare le pressanti esigenze aziendali, spesso rinunciando ai propri diritti e accettando condizioni lavorative stressanti e degradanti”

Un’altra questione critica riguarda i lavoratori con contratto a tempo determinato. Sebbene formalmente protetti dallo stesso Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), nella pratica non possono esercitare gli stessi diritti dei colleghi a tempo indeterminato, trovandosi in una condizione di vulnerabilità.

Questa situazione crea un ambiente di precarietà che ostacola i lavoratori nel far prevalere i propri diritti, dando origine ad un ciclo di sfruttamento e insicurezza professionale e fa sentire i dipendenti intrappolati in una spirale di incertezza.