Affitti in nero per un valore complessivo di 1 milione e mezzo di euro. E’ quanto ha scoperto la Guardia di Finanza in territorio di Castelvetrano dove sono stati controllati 130 fitti e scoperti 26 evasori totali delle imposte non solo sul reddito da affitto.
Sono i risultati raggiunti dalla Tenenza di Castelvetrano che, nell’ambito dell’attività finalizzata alla prevenzione e repressione dell’evasione fiscale nel settore delle locazioni immobiliari, ha selezionato e sottoposto a controllo, dallo scorso gennaio, le posizioni di proprietari di seconde e terze case, di ville e capannoni commerciali, risultati affittati ad italiani e stranieri dimoranti in otto comuni ovvero Castelvetrano, Vita, Salemi, Poggioreale, Gibellina, Partanna, Salaparuta e Santa Ninfa.
Dai controlli è emersa una variegata casistica di sistemi di evasione. Si va dalla stipula di falsi contratti di comodato d’uso alla mancata registrazione di contratti di locazione conclusi verbalmente tra privati; dalla stipula e registrazione di contratti di locazione con canoni inferiori a quelli effettivamente pattuiti e percepiti alla omessa dichiarazione dei canoni percepiti.
L’attività investigativa si è inizialmente basata sull’esame incrociato delle informazioni risultanti dalle varie banche dati disponibili e di quanto rilevato mediante diretti e specifici sopralluoghi, il cui esito ha consentito di selezionare i contribuenti con maggiori indizi di evasione, successivamente sottoposti a controllo. Tra i soggetti risultati non in regola con il fisco figura anche un ricco proprietario di vari appartamenti, affittati con contratti regolarmente registrati, che non ha dichiarato i canoni di locazione percepiti in tre anni complessivi, ammontanti ad oltre 80 mila euro.
Individuati anche 26 evasori totali, ossia soggetti che non hanno presentato alcuna dichiarazione fiscale. Complessivamente sono stati constatati canoni non dichiarati per circa 1,5 milioni di euro, con corrispondente evasione dell’imposta sui redditi e dell’imposta di registro.
Gli affitti in nero scoperti rappresentano solo una punta di iceberg del fenomeno, secondo gli investigatori, che proseguiranno indagini in questo senso non solo nella provincia di Trapani
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