Ha tentato di impiccarsi all’interno di una cella del carcere di Trapani, ma è stato salvato grazie all’intervento degli agenti della polizia penitenziaria. L’allarme è scattato attorno alle 15,30 di ieri. Protagonista è un detenuto con gravi problemi psichici, in carcere per reati comuni, che si trovava in isolamento.

“Ci congratuliamo – dice il segretario regionale Uilpa polizia penitenziaria, Gioacchino Veneziano – con i colleghi e lo staff medico, e siamo certi che il direttore proporrà idonea proposta di ricompensa a tutti gli operatori coinvolti nel salvataggio, visto che pur con una voragine di carenze, il personale continua a rispettare il mandato che la legge affida al corpo”. Il segretario regionale del sindacato ha annunciato una visita all carcere.

La morte in carcere

Un detenuto del carcere di Terni, in Umbria, è morto dopo che – stando a una prima ricostruzione – avrebbe appiccato un incendio all’interno della propria cella – posta nella sezione G ‘accoglienza’ – rimanendo intossicato dal fumo. Si tratta di un 35enne originario del nord Africa che doveva rispondere di reati connessi agli stupefacenti.

Inutili i soccorsi dei sanitari che hanno tentato di salvare la vita all’uomo. Nell’accaduto sarebbero rimasti lievemente intossicati anche altri detenuti. Sono in corso indagini da parte della polizia penitenziaria di Terni, con il coordinamento della procura della Repubblica. La salma è a disposizione del pm Raffaele Pesiri per gli accertamenti del caso.

Lunedì scorso, 29 maggio, sempre nel carcere di Terni era avvenuto un altro episodio di violenza: un detenuto di origini magrebine ha colpito con un pugno un’infermiera impegnata a somministrargli la terapia farmacologica. La donna, finita a terra, è stata trasportata al pronto soccorso.

Il sindacato: “Tragedia annunciata”

Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del SAPPE, il sindacato della polizia penitenziaria ha parlato di “tragedia annunciata”: “L’uomo deceduto è uno straniero, con problemi psichiatrici, che ha dato fuoco a tutto quello che aveva in cella e in pochissimo tempo è stato sopraffatto dalla fiamme e dal denso fumo nero che si è propagato. A fatica i poliziotti presenti e quelli arrivati di rinforzo, anche liberi dal servizio, sono riusciti a intervenire, rimanendo anche intossicati, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Non vi erano avvisaglie che il detenuto avrebbe potuto compiere l’insano gesto. Era stato assegnato qui dal Provveditorato regionale della Toscana e l’altro ieri aveva avuto una udienza in Liguria”.

E ancora: “Siamo incavolati neri perché questa è una tragedia avvenuta nel contesto di una situazione penitenziaria assai critica che da mesi denunciamo e rispetto alla quale nessun intervento è stato mai adottato. Il Sabbione è una polveriera, lo denunciamo da mese, e dicemmo anche che continuando così sarebbe accaduto l’irreparabile: cosa avvenuta ieri sera con la morte dell’uomo nonostante il tempestivo intervento degli Agenti. I vertici dell’Amministrazione penitenziaria della Toscana, da cui dipende l’Umbria, si devono dimettere per le loro incapacità a dare soluzioni ai problemi penitenziari umbri e della Polizia Penitenziaria che nelle carceri regionali lavora. Il DAP mandi subito una visita ispettiva in carcere ed accerti tutto ciò che il SAPPE denuncia da mesi, senza però avere visti gli auspicati provvedimenti correttivi”.

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