Due neonati morti nel giro di 48 ore o poco più negli ospedali siciliani. L’ultimo episodio è avvenuto a Trapani dove un neonato è morto nell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, 24 ore dopo la nascita avvenuta con parto naturale.

La mamma, una donna di 19 anni, affetta da diabete ed insulinodipendente ha “rotto le acque” in anticipo rispetto al tempo ostetrico ed il nascituro avrebbe subito, durante l’espulsione, una sofferenza per mancanza di ossigeno. L’Asp ha avviato un’inchiesta interna. I genitori del neonato hanno sporto denuncia alla polizia.

Il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Giovanni Bavetta, annuncia, adesso, l’istituzione di una “Commissione di verifica interna  sul decesso neonato del 23 maggio 2018”.

“Alla luce di quanto verificatosi ieri nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale S. Antonio Abate di Trapani con il decesso di un bimbo nato il giorno prima – si legge in una nota – la direzione strategica aziendale ha proceduto all’istituzione della commissione “per acquisire ogni dato utile per accertare l’eventuale sussistenza di carenze assistenziali”.

Vengono chiamati a farne parte il direttore del dipartimento Materno-infantile dell’ASP, Pietro Di Stefano, come presidente, e Maria Carmela Riggio, risk manager dell’ASP, Maria Concetta Martorana, direttore medico del presidio ospedaliero Sant’Antonio Abate e Pietro Musso, primario del reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Mazara del Vallo, come componenti.

La commissione dovrà “concludere i lavori ispettivi  entro cinque giorni, in ordine agli esiti dell’attività che verrà posta in essere”.

Appena poche ore prima si era appreso della morte di un altro neonato, stavolta di due mesi, avvenuta all’Ospedale Di Cristina di Palermo, pià noto come l’ospedale dei bambini.

La polizia è arrivata ieri notte al Di Cristina e ha sequestrato la cartella clinica del piccolo, originario anche lui del Trapanese, che era stato ricoverato qualche giorno prima nel reparto di Chirurgia pediatrica.

In queso caso il piccolo era affetto da una grave malformazione epatica sin dalla nascita. Dopo aver chiarito la situazione ai familiari e dopo avergli fatto firmare il consenso informato, i medici hanno richiesto di effettuare una biopsia per avere un quadro clinico più completo e stabilire la terapia da iniziare ma proprio la biopsia avrebbe scatenato una emorragia interna che nel giro di qualche ora avrebbe portato alla morte dei bambino (leggi qui l’intera vicenda).

L’elenco di tragiuci episodi che riguardano i neonati è molto lungo ma è lungo anche l’elenco di bambini salvati e di aggressioni ai medici in un clima sempre più difficile da gestire nei rapportio fra ospedale e territorio