Trapani

Emergenza rifiuti nel Trapanese, gip dissequestra impianto compostaggio a Marsala

Potrebbe cessare a giorni l’emergenza rifiuti nei Comuni della Sicilia occidentale che fino allo scorso febbraio hanno conferito l’umido e l’organico alla Sicilfert di Marsala, azienda che trasforma il pattume in fertilizzanti.

Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Marsala, Riccardo Alcamo, accertato che l’azienda ha ottemperato a tutte le prescrizioni imposte per evitare possibili rischi di inquinamento, ha infatti firmato il dissequestro dell’impianto al quale, lo scorso 24 febbraio, i carabinieri hanno posto i sigilli in esecuzione di un provvedimento della Procura di Marsala, che ha ipotizzato i reati di inquinamento ambientale e attività di gestione rifiuti non autorizzata.

Esprimendo “soddisfazione” per la decisione del gip, i legali della Sicilfert, gli avvocati Diego e Massimiliano Tranchida, affermano che “il dissequestro conferma che la Sicilfert non è un ecomostro”. Lo scorso 5 giugno, lo stesso magistrato aveva firmato un dissequestro a “condizioni”. E cioè imponendo una serie di prescrizioni al titolare dell’azienda, realizzata qualche decennio addietro trasformando i locali dell’ex cantina sociale vinicola Maimone. Il definitivo dissequestro è stato disposto con parere favorevole dell’amministratore giudiziario. Adesso, l’unico problema da risolvere rimane l’aumento del limite di capienza massimo dell’impianto.

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In questi mesi, diversi Comuni della provincia di Trapani sono stati costretti ad inviare i rifiuti organici anche fuori dalla Sicilia (Campania e nord Italia), con notevole aggravio di costi di trasporto. E per questo, il sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, aveva chiesto al governo regionale di trovare una soluzione “a prezzo contenuto”.

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