A 50 anni dal terremoto che ha colpito il Belìce, una simulazione delle operazioni da attuare in caso di evento sismico in 25 comuni delle tre province di Trapani, Agrigento e Palermo.
Questo l’obiettivo dell’esercitazione “Belìce 2018” che si è svolta nel territorio in provincia di Trapani e che ha coinvolto tutti gli enti preposti alle operazioni di protezione civile. La finalità dell’esercitazione è stata quella di testare l’efficacia della risposta delle componenti e delle strutture operative del Sistema di Protezione Civile a livello centrale e periferico in un’area che è sede di numerosi centri storici con diversi immobili di interesse culturale.
Per poter testare, oltre che le “linee di comando”, anche le attività operative, è stata messa in campo una “working area” a Poggioreale antica, meglio conosciuta come “I ruderi di Poggioreale”. Nell’ambito dell’esercitazione, si è testato il sistema di procedure connesso all’organizzazione delle attività tecniche in emergenza anche attraverso la funzione di supporto ai Beni culturali, testando le operazioni di recupero, conservazione, catalogazione e trasposto dei beni di interesse culturale. L’attività è stata svolta con l’intervento di personale dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, delle squadre dei Vigili del Fuoco, del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, del Dipartimento della Protezione Civile nazionale e regionale, nonché di squadre di volontari di protezione civile, formati a partire dallo scorso mese di settembre con i corsi sulla salvaguardia dei Beni culturali.
<<Attività come queste – dichiara l’assessore Sebastiano Tusa – rappresentano un eccellente banco di prova per il nostro personale. Il nostro intervento immediato, in sinergia con le forze dell’ordine e la protezione civile, risulta fondamentale sia per una pronta messa in sicurezza delle strutture ma soprattutto per la protezione delle opere d’arte danneggiate. Nel recente sisma della notte del 6 ottobre scorso, le nostre squadre di tecnici sono prontamente intervenute nei luoghi e sono già in fase di quantificazione per il finanziamento le perizie dei lavori di somma urgenza per il ripristino degli edifici di interesse culturale danneggiati. La tutela del patrimonio culturale – conclude Tusa – è una delle priorità del governo regionale che mettiamo in atto anche intervenendo in situazioni di calamità; occasioni come queste ci danno la possibilità di essere sempre pronti a intervenire con tempestività e professionalità adeguate>>.
Trentadue le unità messe in campo dal Dipartimento dei Beni culturali della Regione Siciliana. I Soprintendenti ai Beni culturali di Trapani, Agrigento e Palermo hanno svolto le attività di coordinamento presso le Prefetture mentre i tecnici del Servizio di Protezione e Sicurezza del Dipartimento Beni culturali sono stati presenti alla S.O.R.I.S e al Centro operativo comunale della “working area”. Ai ruderi di Poggioreale sono intervenuti sedici tecnici provenienti dalle Soprintendenze ai Beni culturali, dal Centro regionale del Restauro e dal Centro regionale del Catalogo per le attività di verifica dell’agibilità e quella di recupero, conservazione, catalogazione e trasporto dei beni di interesse culturale. Sono stati censiti, recuperati e imballati diverse decine di beni di interesse culturale (manoscritti, opere pittoriche di piccole e grandi dimensioni, gruppi scultorei, beni archeologici), “posti in salvo” da cinque edifici monumentali. I lavori sul campo sono stati coordinati dal dirigente generale dei Beni culturali Sergio Alessandro in continuo contatto con i responsabili delle linee di comando attivati nelle Prefetture e nei Comuni.
Il coordinamento dell’esercitazione è stato garantito dal Dipartimento Regionale di Protezione Civile (DRPC) in collaborazione con i Comuni e le Prefetture competenti per territorio. Il DRPC Sicilia, per il tramite della SORIS – Sala Operativa Regionale Integrata Siciliana, ha assicurato il supporto e il raccordo della simulazione degli interventi messi in atto dai Comuni, sulla base dei relativi piani di emergenza, inviando il proprio personale e attivando il volontariato regionale di protezione civile.
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