Il consigliere comunale di Mazara del Vallo Giorgio Randazzo, ai domiciliari con l’accusa di ricettazione per aver cercato di vendere al fotografo Fabrizio Corona e al giornalista Moreno Pisto documenti riservati sulla cattura di Matteo Messina Denaro, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto davanti al gip. A rappresentare l’accusa c’era il pm della Dda Piero Padova.
La ricostruzione
Randazzo, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe agito in concorso con il carabiniere Luigi Pirollo che, accedendo illegalmente al server dell’Arma, avrebbe trafugato 786 file riservati con informazioni sulle indagini sul capomafia. Il consigliere e il militare avrebbero proposto l’affare a Corona promettendogli scoop clamorosi in cambio di 50mila euro.
La posizione di Corona
Il fotografo, che è indagato per ricettazione e al quale sono stati sequestrati pc e cellulare, li ha indirizzati da Pisto, direttore di un quotidiano online. Il giornalista, dopo aver dato un’occhiata al materiale e compreso che si trattava di file top secret, ha denunciato tutto.
Pirollo, anche lui ai domiciliari per accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio, è ora davanti al gip per l’interrogatorio. Il boss Matteo Messina Denaro è stato ricoverato per problemi di salute dovuti agli effetti collaterali della chemioterapia a cui è sottoposto. Il capomafia, dopo alcuni controlli in ospedale, è già stato riportato in cella nel carcere de L’Aquila.
Problema addominale non collegato al tumore al colon
Lieve problema addominale non collegato al tumore al colon né alle conseguenze collaterali delle cure per il grave male: è quanto emerso da fonti mediche dopo il ricovero notturno del boss Matteo Messina che è stato trasportato all’ospedale San Salvatore dell’Aquila per forti dolori all’addome.
L’ex superlatitante, arrivato dal carcere di massima sicurezza dell’Aquila nel nosocomio intorno alle 4 tra ingenti misure di sicurezza, è stato visitato dal chirurgo e poi dagli oncologi che lo hanno preso in cura dal 17 gennaio scorso. Intorno alle dieci è stato dimesso: farà una cura farmacologica in carcere dove è recluso in regime di 41 bis e dove gli viene somministrata la chemioterapia in un ambulatorio ad hoc installato di fronte alla cella. Le condizioni del boss della mafia rispetto al tumore al colon vengono considerate stazionarie.
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