Il prefetto di Trapani ha sospeso dall’incarico di consigliere comunale di Mazara del Vallo Giorgio Randazzo. La decisione in seguito all’inchiesta sfociata ieri con l’arresto dell’esponente dell’assise. Randazzo, 33 anni, eletto alle scorse elezioni comunali mazaresi nel 2019, viene sospeso per effetto dell’applicazione dell’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo numero 235 del 2012. Prevede per chi ha incarichi pubblici in caso di misura cautelare la sospensione da ogni attività istituzionale.
L’inchiesta
Corona è stato coinvolto nella vera e propria fuga di notizie a scopo di lucro sulle fasi successive alla cattura di Matteo Messina Denaro. L’inchiesta dei carabinieri ha riguardato anche un collega, Luigi Pirollo, ed è stata coordinata personalmente dal procuratore Maurizio de Lucia. I carabinieri hanno perquisito la casa milanese di Fabrizio Corona, indagato per ricettazione nell’ambito di questa stessa inchiesta. Un carabiniere e il consigliere di Mazara del Vallo hanno cercato di vendere al fotografo e a un giornalista materiale riservato sulla cattura del boss. Materiale acquisito illegalmente dal sistema informatico dell’Arma.
Chi sono i due arrestati
Il consigliere comunale di Mazara del Vallo, Giorgio Randazzo, avrebbe contattato Corona offrendogli lo scoop in cambio di soldi. Il militare è accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio. Sono state le intercettazioni disposte a carico di Fabrizio Corona a dare input all’inchiesta sul tentativo di vendere documenti riservati su Matteo Messina Denaro che ieri ha portato agli arresti e alla perquisizione.
Gli audio delle chat
Dopo la cattura dell’ex latitante, il fotografo venne in possesso di una serie di audio di chat. Si trattava di dialoghi tra il boss e alcune pazienti da lui conosciute in clinica durante la chemioterapia. All’epoca, ancora ricercato, usava l’identità del geometra Andrea Bonafede. La circostanza spinse gli inquirenti a mettere sotto controllo il telefono di Corona. In una delle conversazioni intercettate, che risale al 2 maggio scorso, il fotografo fece riferimento a uno “scoop pazzesco” di cui era in possesso un consigliere comunale, poi identificato in Randazzo. Il tutto grazie a non meglio specificati carabinieri che avevano perquisito i covi del capomafia e che volevano vendersi il materiale.
Gli audio delle chat di Messina Denaro intercettate
Nei giorni successivi Corona ha continuato a manifestare l’intenzione di rivendere il materiale che il consigliere gli avrebbe procurato. L’errore lo commette in questa fase, offrendo quei file ad un giornalista che si renderà conto del tipo di materiale e andrà in questura a denunciare tutto.
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