Il 29 luglio, dalle ore 19.15 (replica il 30), Lina Prosa dirige “Troiane. Variazione con barca” al Teatro Antico di Segesta; alle prime luci dell’alba, alle 5, sempre il 29 in scena“Maruzza Musumeci”, lo spettacolo tratto dal romanzo di Andrea Camilleri e diretto da Daniela Ardini. Ecco i prossimi appuntamenti del “Catalafimi Segesta Festival. Dionisiache 2017”, la manifestazione organizzata dal comune di Calatafimi Segesta in sinergia con il Parco Archeologico di Segesta e la direzione artistica di Nicasio Anzelmo.

“Troiane. Variazione con barca”.

“Troiane. Variazione con barca” riprende le atmosfere de “Le Troiane” di Euripide per parlare in forma originale del crollo umano all’interno della società contemporanea votata al consumismo, all’apparenza e al materialismo ad ogni costo. Nello spettacolo la “Troia” di oggi è Troia Fashion Show, ulteriore ripetizione della città originaria destinata a proiettarsi ciclicamente nel futuro della storia, per cui il presente si trova ad essere il risultato di una catena di Ilio 1, Ilio 2, Ilio3…Una rotazione che semina dolore, distruzione di uomini e cose, ma che è capace di accendere l’utopia di una uscita fuori dal giro. Il testo sostenuto da tale visione mette in moto un meccanismo drammaturgico conflittuale imperniato sulla bellezza femminile: da un lato la bellezza come potenza poetica, dall’altro lato la bellezza come sfruttamento e la sua riduzione a merce. In scena LEI/BELLA-Emanuela Muniè ugualmente Ecuba, Andromaca, Cassandra…. Come le donne vinte del testo di Euripide si avvia verso la “partenza”, verso la barca tragica, verso il fondo infernale dello “specchio”, simbolo della Troia odierna, della dimora orrifica del carnefice contemporaneo.

Il testo, il mito, l’attualità.

Il testo di Euripide è qui un residuo di memoria ma è rimesso in campo come urgenza della riappropriazione di quella bellezza su cui anche gli Dei erano intervenuti gareggiando (Elena e le origini della guerra di Troia). Lo spettacolo di oggi è una variazione contemporanea di quella vicenda mitica ma, come dice il titolo, sempre con barca al seguito, come al solito, per la deportazione dei vinti e degli sconfitti di ogni tempo.

La barca/eterna invenzione drammaturgica

Per accedere all’inferno nell’antica credenza bisognava essere trasportati dalla barca di Caronte, l’unico modo per attraversare l’Acheronte, separazione liquida tra il mondo dei vivi e quello dei morti, unico mezzo per superare ciò che umanamente non è possibile attraversare. Del percorso che Ecuba e Lei/Bella dovranno fare verso la barca ciò che drammaturgicamente interessa è la distanza che le separa, seppure in secoli diversi, dalla riva del mare, dalla partenza. Tale distanza è lo spazio creativo del tragico, che permea il testo contemporaneo.