Beni del valore di 4 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Trapani all’imprenditore Giuseppe Burzotta, 65 anni e al  figlio Andrea, consigliere comunale di Mazara del Vallo, già consigliere Provinciale.

Tra i beni sequestrati ci sono 11 fabbricati; 9 tra autocarri e automobili, 25 terreni, 39 rapporti bancari, l’intero capitale sociale ed il compendio aziendale di 4 società.

Burzotta, imprenditore edile molto conosciuto in città, già sorvegliato speciale, ma mai condannato per reati mafiosi, viene considerato dagli inquirenti vicino a Cosa nostra.

Secondo le indagini della Dia di Trapani sarebbe emerso che avrebbe costantemente fornito “supporto economico e finanziario a membri della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, ovvero a familiari degli stessi, ovvero ancora ad imprenditori indicati dai medesimi membri del sodalizio criminale”.

Le intercettazioni, i riscontri bancari e le numerose testimonianze raccolte hanno dimostrato che l’imprenditore avrebbe finanziato le cosche mazaresi attraverso il ricorso ad attività finanziarie illecite e alla gestione occulta di imprese intestate a prestanome.

Coinvolto nel sequestro anche Andrea Burzotta, figlio di Giuseppe ritenuto complice del padre nell’attività di trasferimento fraudolento di beni.

Gli accertamenti economici e reddituali effettuati dalla Dia avrebbero evidenziato, l’esistenza di un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da padre e figlio. 

La proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, avanzata dal direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla, è stata accolta dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione – che ha emesso il provvedimento. Le indagini sono state condotte dalla Direzione investigativa antimafia, d’intesa con il procuratore aggiunto Bernardo Petralia, che coordina il “Gruppo misure di prevenzione” della Dda di Palermo.