Era stato arrestato nello scorso mese di febbraio nell’ambito di una vasta operazione per le scommesse clandestine che, secondo i capi di imputazione, erano gestite da Cosa Nostra. Lui è John Luppino, uomo di Campobello di Mazara indicato  come uno dei principali organizzatori del giro d’affari milionario insieme allo zio Mario Salvatore Giorgi.

Dopo una lunga battaglia legale entrambi avevano chiesto la scarcerazione al tribunale del riesame insieme ad altri due imputati ma la richiesta è stata respinta. Adesso Giorgi prepara il ricorso in Cassazione, Luppino, invece, ha inoltrato, tramite i suoi avvocati, una richiesta per essere ascoltato dalla Dda di Palermo. Una scelta che fa pensare all’avvio di un percorso di collaborazione anche se non è ancora chiaro se le cose stiano davvero così.

Luppino è accusato di aver utilizzato parte dei proventi delle proprie attività per pagare gli ‘stipendi’ ai parenti delle famiglie mafiose di Castelvetrano, di Campobello di Mazara e di Mazara del Vallo, garantendo il collegamento fra queste famiglie. Sempre secondo accuse Luppino avrebbe assicurato il sostentamento di singoli  mafiosi detenuti e, in particolare, del boss Franco Luppino e di sua moglie Lea Cataldo. Ma la cassa dell’organizzazione la teneva suo zio Mario Salvatore Giorgi. I due, dunque, sarebbero stati il reale punto di contatto fra le attività imprenditoriali ‘grigie’ e Cosa Nostra.

Le accuse, secondo gli inquirenti, sarebbero state dimostrate anche dagli eventi successivi ai primi arresti. A marzo, nel prosieguo dell’inchiesta sono finiti in carcere anche Giacomo Barbera e Paolo De Santo, sempre di Campobello di Mazara  che avrebbero aiutato Luppino ad eludere le indagini dei Carabinieri sia prima che dopo l’arresto. Barbera avrebbe anche bonificato gli uffici di Luppino dalle microspie su incarico, ancora una volta, dello zio Giorgi.

Adesso la svolta con la richiesta di essere ascoltato dopo aver rinunciato al ricorso per la scarcerazione

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