Le telecamere puntarono Matteo Messina Denaro mentre era latitante ma non fu riconosciuto. Spuntano altre immagini del boss, deceduto nel settembre scorso, in giro per Campobello di Mazara dove ha vissuto i suoi ultimi 5 anni di latitanza. Gli occhi elettronici pare abbiano ripreso diverse volte l’inafferrabile boss di Castelvetrano. Il problema è che chi lo ricercava non lo aveva capito che quello fosse proprio lui. Chiaramente 30 anni senza avere alcuna foto ha creato non pochi problemi agli inquirenti nel riconoscerlo. A loro disposizione solo qualche immagine ricostruita attraverso identikit ipotetici e nulla di più.

L’indiscrezione già trapelata

D’altronde è risaputo che il boss Denaro era stato immortalato davanti casa dell’amante più volte e molto tempo prima dell’arresto del 16 gennaio scorso. Ma la fece franca semplicemente perché la polizia non ha riconosciuto Messina Denaro. Che il boss avesse un’amante a Campobello di Mazara è cosa risaputa sin da subito dopo l’arresto. E’ proprio seguendo anche la donna che si è riusciti a rintracciare il superlatitante. La cosa curiosa è che Messina Denaro da tempo ogni sabato mattina si recava davanti l’abitazione della maestra Laura Bonafade per un saluto. Ad averlo ripreso più e più volte le telecamere della polizia. Da tempo gli inquirenti sospettavano che la donna potesse avere un qualche legame con il boss. Ma incredibilmente non fu mai riconosciuto. Quindi gli inquirenti video questo soggetto ma non riuscirono a capire che fosse proprio l’imprendibile primula rossa.

Il profilo dell’amante

Laura Bonafede “ha contribuito in modo fattivo al mantenimento in vita della peculiare rete di comunicazione di Matteo Messina Denaro”. È quanto si legge nel provvedimento col quale il tribunale del Riesame ha respinto nel giugno scorso la richiesta di scarcerazione presentata dai legali della maestra. Secondo i giudici e le indagini alla donna veniva affidata la consegna dei propri scritti. E lei stessa avrebbe anche creato nuovi nomi in codice con cui fare riferimento a terzi soggetti o servendosi di nomi già pensati da boss e distruggendo i messaggi da lui ricevuti in vantaggio dell’ex latitante. La maestra per anni fu la compagna del capomafia di Castelvetrano, venne arrestata con le accuse di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena.

Secondo il tribunale maestra e boss vicini dal 1996

Ed inoltre, risalirebbe al 1996 l’inizio della relazione tra Laura Bonafede e il boss Matteo Messina Denaro. Solo a partire dal 2007, però, la donna sarebbe stata coinvolta dal capomafia nella gestione dei propri interessi. La convivenza tra i due, insieme alla coppia viveva anche la figlia della maestra, Martina Gentile, indagata per gli stessi reati della madre, “sarebbe stata interrotta nell’aprile del 2015 – specificano i magistrati –. Da aprile del 2017 la convivenza si sarebbe trasformata in mera frequentazione, anche quest’ultima sarebbe stata bruscamente arrestata nel dicembre del 2017 probabilmente a seguito delle perquisizioni disposte dai giudici”.

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