Un commerciante internazionale di opere d’arte di Castelvetrano residente a Basilea, in Svizzera, è stato condannato nel pomeriggio dal Tribunale di Marsala ad un anno di reclusione (con sospensione della pena condizionata al pagamento di una “provvisionale” di 5 mila alla parte civile) per “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, minacce e lesioni gravi. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Giusi Montericcio.
Giovanni Franco Becchina, 83 anni, questo il nome del commerciante, è anche titolare di un oleificio ed altre attività imprenditoriali al quale, nel novembre 2017 la Dia sequestrò un patrimonio valutato diversi milioni di euro.
I fatti risalgono al 2017
I fatti sono del 2017, quando la figlia di Becchina concesse in uso gratuito ad un architetto di Castelvetrano, Francesco Maria Giancontieri, alcuni locali dell’ala dello storico Palazzo Pignatelli di cui il padre è proprietario.
Il professionista ne aveva bisogno in quel momento per metterci uffici e attrezzature della sua impresa edile. Becchina senior, però, non condivise la decisione della figlia e cominciò ad intimare all’architetto Giancontieri di lasciare i locali.
La tesi secondo l’accusa
E secondo l’accusa, sarebbe passato alle minacce e poi avrebbe anche colpito l’architetto in faccia con una pesante catena. Nel processo, Giancontieri si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Antonino Gucciardo.
Il sequestro dei beni
Nel novembre 2017 il sequestro della Dia di aziende (Olio verde srl., Demetra srl, Becchina & company srl), terreni, conti bancari, automezzi, e immobili, tra i quali parte di palazzo Pignatelli, una parte di quella che appartiene a privati e nel quale sorge l’antico castello Bellumvider di Castelvetrano (la parte pubblica è di proprietà comunale e ospita il Municipio), la cui edificazione si fa risalire a Federico II, per un valore complessivo di svariati milioni di euro, a Giovanni Franco Becchina.
Il provvedimento di sequestro venne emesso dalla Sezione penale e misure di prevenzione del Tribunale di Trapani su richiesta dell’applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dal Gruppo misure di prevenzione della Procura di Palermo.
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