Italiano, sulla quarantina, coinvolto nella gestione delle serre di marijuana del marsalese che erano tenute d’occhio dai carabinieri. e’ l’identikit dell’uomo che è stato fermato dai carabinieri perché ritenuto il probabile autore dell’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi.
L’uomo si trova in stato di fermo nella caserma dei carabinieri ma solo domani sarà ufficializzato l’eventuale arresto. L’omicidio del maresciallo Mirarchi avvenne nelle campagna di Marsala la notte fra il 31 maggio e il 1 giugno.
L’arresto è stato eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, unitamente a militari del Ros e dello squadrone eliportato cacciatori di Calabria, a seguito delle investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala e condotte con il supporto del Ris di Messina.
Il maresciallo era in abiti civili in appostamento con un collega. teneva sotto controllo due serre nelle quali si sospettava venisse coltivata marijuana. venne raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla schiena. Soccorso dal collega e trasportato in ospedale morì 18 ore dopo e dopo aver subito un delicato intervento chirurgico risultato inutile.
Appena 48 ore dopo scattò l’arresto per il presunto responsabile della coltivazione di droga. I carabinieri avevano fermato il proprietario di due grandi serra nelle quali era coltivata la marijuana, una delle quali veniva tenuta sotto osservazione proprio da Mirarchi in appostamento. Si tratta del più grande impianto illegale trovato in zona.
Le manette erano scattate per un uomo di 54 anni, ritenuto proprietario e responsabile delle due serre nella quali sono state sequestrate ben 6000 piante di marijuana per un valore al dettaglio di 4 milioni di euro al mercato nero ma non accusato del delitto
Mirarchi, secondo l’inchiesta, sarebbe stato scambiato per un inviato dal gruppo avversario o per uno dei tanti ‘campagnoli’ che si aggirano per l’entroterra fra Marsala e Paceco a razziare le coltivazioni abusive di marijuana per rubare ai coltivatori ‘illegali’
C’è proprio un contesto di coltivatori di marijuana, trafficanti, ladri e concorrenza criminale nel mirino dei carabinieri che indagano sull’omicidio di Silvio Mirarchi, 53 anni, il maresciallo dei carabinieri originario di Catanzaro, vicecomandante della stazione di contrada Ciavola a Marsala ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla schiena mentre, in borghese, era appostato per sorvegliare proprio una piantagione abusiva di marijuana.
A sparare sarebbero state le ‘sentinelle’ della piantagione ma senza comprendere che quelli a cui stavano sparando erano carabinieri. E l’uomo fermato oggi sarebbe proprio una delle sentinelle. Mirarchi sarebbe stato scambiato per qualcuno che voleva rubare le piante di marijuana come tante altre volte era già successo. al momento, però, le accuse mosse all’arrestato riguardano soltanto la droga. da lì partono tutte le indagini.
Nella zona si erano già consumati un tentato omicidio col ferimento di un uomo ed il ritrovamento di un cadavere a distanza di poche centinaia di metri e di un paio di giorni. una sorta di guerra quella fra gli agricoltori e i ladri. da una parte ci sono gli agricoltori onesti che cercano di arginare i furti di frutta dalle coltivazioni, dall’altro gli agricoltori che coltivano illegalmente la marijuana e che, invece, ai ladri sparano.
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