Partira’ il 16 luglio, con Toni Servillo che parlera’ di Napoli attraverso alcune letture di autori contemporanei e della tradizione, la XXXV stagione artistica delle Orestiadi di Gibellina. Il programma proseguira’ con sedici spettacoli fino al 6 agosto, tra danza, musica e teatro contemporanei.

Per la prima vota Servillo calchera’ la scena di Gibellina, cosi’ come Tony Laudadio che il 17 luglio mettera’ in
scena una produzione dei Teatri Uniti, “Sostakovic, il folle santo”, con la regia di Francesco Saponaro. La finestra dedicata a Napoli si chiudera’ il 20 luglio con Enzo Moscato in “Toledo suite”. Lo chansonnier di fama internazionale interpretera’ brani di Brecht, Duras, Viviani, Weill, in un viaggio musicale con composizioni originali di Pasquale Scialo’.

Il 23 luglio sara’ la volta di “I giganti della montagna”, opera di Luigi Pirandello rimasta incompleta, portata in scena a Gibellina per l’esordio nazionale, dalla pluripremiata produzione Fortebraccio con la regia di Roberto Latini che domenica 24 luglio proporra’ anche il suo “Amleto”, un riadattamento dal testo di Heiner Muller, composto negli anni 70,
gia’ liberamente ispirato all’opera shakespeariana.

Sul fronte della danza spicca la partecipazione al festival della compagnia Castellucci: Agata Teodora e Demetrio, figli del grande Romeo Castellucci, con il futuristico “Marzo” saranno in scena con musiche originali Black Fanfare e Demetrio Castellucci il 29 luglio alle 21,15.

“Festeggiamo quest’anno i trentacinque anni del Festival Orestiadi di Ghibellina – ha esordito il direttore artistico Claudio Collova’ – siamo uno dei festival piu’ longevi in Italia, di certo piu’ antichi di molte manifestazioni che si svolgono a nord del Paese. E’ nostro obiettivo ritornare il prossimo anno al Cretto di Burri, interamente restaurato, che da anni non e’ ormai sede di spettacoli. Continuiamo a promuovere e a diffondere i linguaggi della musica, del teatro e della danza contemporanei, su questo non abbiamo mai fatto un passo indietro e continueremo su questa strada”.

Una strada segnata dal senatore Ludovico Corrao, fondatore del Festival, scomparso nel 2011, al quale Achille Bonito Oliva dedicherà una conferenza a Palazzo Riso di Palermo.