Non solo gli ispettori del Ministero. I funzionari inviati dal Ministro della salute Schillaci si sono presentati accompagnati dai carabinieri del Nas. E’ iniziata ieri e continuerà per tutta la giornata di oggi l’ispezione all’azienda sanitaria di Trapani sullo scandalo dei referti istologici in ritardo.

Gli ispettori sono arrivati e subito si sono presentati alla direzione generale dell’Asp di Trapani. Hanno il compito di indagare sul caso dei 3308 esami istologici rimasti nei cassetti senza essere refertati.

Il caso

Il caso è esploso dopo la denuncia dell’insegnante di Mazara del Vallo, Maria Cristina Gallo, 56 anni, che ha dovuto attendere 8 mesi l’esito dell’esame. Sulla vicenda indaga la procura di Marsala così come quella di Palermo indaga, invece, sulla morte di un altro paziente, di Partinico in questo caso, che attendeva ancora il referto al momento del decesso. Ormai è acclarato che erano circa 170 i referti tumorali positivi diagnosticati con mesi di ritardo.

L’ispezione ministeriale segue quella regionale

Si tratta della seconda ispezione. Nei giorni scorsi era stata conclusa quella degli inviati della Regione secondo la cui relazione sono almeno sette le omissioni fra cui gravi carenze gestionali che hanno portato alla sottovalutazione del problema ma c’è una classe medica dell’Asp che lavora troppo poco.

Le audizioni degli ispettori ministeriali

Dopo il manager Croce, gli ispettori hanno sentito il neo direttore sanitario Danilo Greco, il primario facente funzioni dell’Anatomia patologica di Trapani, Laura Miceli; la omologa dell’Asp di Palermo, Teresa Barone, che per conto dell’assessorato regionale alla Salute ha coordinato il piano per la definizione dei referti arretrati, distribuendo il lavoro in altre Asp siciliane.

Solo dopo le ulteriori audizioni di oggi gli ispettori decideranno se è necessario continuare il lor lavoro a Palermo anche domani  anche se tutti i documenti relativi alle pec inviate dall’Asp all’assessorato sono state già acquisite come anche gli esiti dell’ispezione regionale.

La vicenda diventa politica

Intanto la vicenda diventa politica. In base alla relazione regionale Schifani avrebbe avviato un’opera di convincimento verso Croce puntando alle sue dimissioni per evitare una lunga procedura di rimozione. Ma l’ex vice capo di gabinetto dell’assessore Razza è difeso da Fratelli d’Italia e non intende dimettersi e conta proprio sulla relazione ministeriale per riequilibrare la situazione. Conta sul fatto che proprio gli ispettori ministeriali verifichino se l’allarme che era stato lanciato a luglio scorso dall’Asp trapanese, sia veramente caduto nel vuoto e se ci siano responsabilità anche da parte del controllore regionale.

Croce non ci sta ad essere il capro espiatorio

Ferdinando Croce non ci sta, insomma, ad essere il capro espiatorio di questa vicenda e sembra pronto a portare con se altre “teste”. Se Il dirigente generale Salvatore Iacolino ha ignorato l’appello di Trapani e se anche l’allora manager dell’Asp di Palermo Daniela Faraoni, oggi assessore, ha ignorato la richiesta di aiuto per smaltire l’arrestato, cosa fatta poi su disposizione del Presidente Schifani, allora Croce sarebbe pronto a portare con se nell’agone dei “siluramenti” anche dirigente generale e assessore regionale, entrambi di Forza Italia. Ma da Palermo l’intera vicenda sembra essere stata derubricata come una sottovalutazione da parte dell’ex assessore Giovanna volo: Iacolino non sapeva della lettera sarebbe la voce insistente.

Ma la questione sembra ormai prettamente politica fra un esponente di FdI, Croce, e gli  sponsorizzati azzurri. La relazione ministeriale diventa importante anche e se l’esito dovesse essere meno tranciante di quella regionale appare probabile che alla fine si trovi una mediazione e di teste non ne cadano affatto. Almeno non ai vertici. D’altronde a Trapani nessuno vuole la rimozione di Croce. A testimoniarlo ci sono oltre 1.300 le firme raccolte nelle prime 12 ore da una petizione on line tra i dipendenti dell’Asp di Trapani a sostegno del Direttore Generale.