“La Sicilia è giardino, paradiso in terra”, è il titolo del progetto sviluppato dal Gal Elimos insieme ad Incultum, il network realizzato da quindici partner internazionali che ha per obiettivo affrontare le sfide e le opportunità del turismo culturale con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sociale, culturale ed economico sostenibile, nella aree rurali. Un concept declinato con il principio di “visiting the margins”. Incultum accede ai fondi europei di Horizon 2020 e testerà questa procedura in 10 aree pilota in tutta Europa. Il progetto promosso dal Gal Elimos è uno dei dieci progetti pilota.

“La Sicilia è giardino, paradiso in terra” presentato a Palazzo dei Normanni

Il progetto del Gal Elimos è stato presentato nel corso di un incontro istituzionale che si è svolto nella Sala Gialla “Piersanti Mattarella” dell’Assemblea Regionale Siciliana. A Liborio Furco, presidente del Gal Elimos, è toccato il compito di spiegare le ragioni di questa progettualità.

Furco, “progetto per valorizzare i beni culturali del periodo islamico in Sicilia”

Per Furco, “Aderendo a questo progetto Horizon 2020 sul turismo culturale, abbiamo scelto di valorizzare dei beni culturali della storia siciliana che si riferiscono al periodo della dominazione araba islamica in Sicilia, beni culturali che da molti di noi sono quasi sconosciuti”. “Sono presidente di un Gal che comprende dodici comuni della provincia di Trapani più le isole Egadi e Pantelleria – continua Furco – ma non sapevo che una delle più importanti moschee del periodo arabo in Sicilia fosse a Calatafimi”.

La ragione politica di questo progetto mira a “valorizzare i beni culturali minori, quelli più sconosciuti per lo sviluppo delle aree rurali, attraverso una riscoperta di questa tradizione culturale che fa parte comunque dell’identità siciliana”. Per Furco, si tratta “di un’opportunità di sviluppo economico, ma soprattutto un’opportunità di intreccio con istanze di tipo interculturale importanti, per mettere in risalto la tradizione siciliana di accoglienza, di convivenza e di capacità di collaborazione tra culture diverse”. Il progetto verrà plasmato su “aree rurali”, questo come gli altri 9 progetti pilota di Incultum.

Le aree rurali, ecco cosa sono

Che cosa si intende per aree rurali che non siano quelle contadine e quelle agricole? Lo spiega il presidente del Gal Elimos: “le aree rurali sono quelle che hanno una percentuale della presenza del settore primario, quello agricolo e agroalimentare, maggiore rispetto alla media delle aree europee sviluppate e quindi hanno bisogno di interventi per lo sviluppo”. Da qui la necessità di intervenire con strategia mirate e progetti dedicati.  “Far indurre lo sviluppo e promuovere lo sviluppo attraverso il turismo culturale è importante – commenta Furco – e in Sicilia è importante anche per questa tradizione di rapporti interculturali che abbiamo e  dobbiamo mantenere”.

Furco ha anche marcato le differenze tra il turismo mass market e quello da implementare nelle aree rurali: “Il turismo nelle aree rurali è di tipo relazionale, di tipo esperienziale, è un turismo che ricerca l’autenticità dei luoghi”.

Infine, Furco, nel suo intervento, ha spiegato cosa siano i Gal, i gruppi di azione locale: “Il Gal è un gruppo d’azione locale, giuridicamente sotto forma di associazione o di consorzio. Comprende istituzioni pubbliche e private che grazie una metodologia partecipativa, quella della concertazione appunto tra vari attori del territorio, aziende, associazioni, sindacati, comuni e singoli operatori economici dei vari settori, in particolare dell’agroalimentare e del turismo, tende a elaborare una strategia di sviluppo condivisa”.

I Gal, i gruppi di azione locale e il loro impegno per lo sviluppo dei territori

Compito dei Gal è  “mettere insieme diversi approcci che mettono in relazione le varie politiche pubbliche, ad esempio le politiche per lo sviluppo economico, le politiche per il welfare di prossimità e quindi le politiche sociali, le politiche di tipo di valorizzazione dei beni culturali, le politiche di difesa dell’ambiente, le politiche di modernizzazione attraverso la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e così via. Tutto ciò deve essere ricompreso per essere efficace in un’unica strategia immaginata come un puzzle e le cui tessere sono composte dalle varie politiche pubbliche”.

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