“Il permesso che abbiamo impugnato innanzi alla giustizia amministrativa ha consentito nel luglio 2018, l’edificazione di un’abitazione a meno di 50 metri dalla riva nel tratto più bello e suggestivo della laguna, meta di migliaia di turisti ogni anno. Il Tar di Palermo ha accolto interamente i nostri motivi di ricorso, stabilendo per la prima volta in Sicilia, che le Saline dello Stagnone di Marsala, oltre ad essere alimentate dall’acqua del mare a cui lo Stagnone è collegato dalle cosiddette bocche di apertura poste a Nord e a Sud della laguna, sono delimitate verso la costa dal canalone in cui scorre l’acqua marina. Si tratta quindi di acque demaniali marittime che segnano la linea della battigia da cui occorre misurare l’estensione della fascia di inedificabilità di 150 metri previsto”.

Lo dice l’avvocato Maria Letizia Pipitone, presidente del circolo Legambiente Marsala Petrosino dopo che il Tar ha accolto il ricorso di Legambiente sulla delimitazione delle saline dello Stagnone di Marsala che sono delimitate verso la costa dal canalone in cui scorre l’acqua marina. Si tratta – dice Legambiente – quindi di acque demaniali marittime che segnano la linea della battigia da cui occorre misurare l’estensione della fascia di inedificabilità di 150 metri.

“Abbiamo vinto ed abbiamo segnato non un punto, ma mille nella difesa dello Stagnone. Da adesso in poi – dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – gli uffici tecnici del Comune di Marsala non potranno più rilasciare permessi di costruzione con l’espediente, utilizzato largamente in passato, ed anche in questo caso, di calcolare la distanza necessaria delle costruzioni dal limite esterno delle Saline Ettore Infersa, anziché dalla battigia del mare”.

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