Hanno preso il via ieri pomeriggio a Montevago le celebrazioni in ricordo del terremoto che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio di 55 anni fa devastò la Valle del Belìce. Una ventina i centri che vennero coinvolti fra le province di Agrigento, Trapani e Palermo. I Comuni di Gibellina, Menfi, Montevago, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Menfi Santa Ninfa e Santa Margherita Belice furono stravolti e si registrarono pure trecento morti, cinquecento feriti e decine di migliaia gli sfollati.

La commemorazione

Un primo momento di commemorazione si è svolto nei locali della biblioteca comunale di Montevago, dove è stato presentato il libro “Xirotta una memoria scomparsa e nascita di un Paese” di Giacomo Giuffrida Samonà. A seguire una
fiaccolata dalla nuova chiesa Madre sino alla cattedrale del vecchio centro abitato, dove è stata deposta una corona d’alloro per ricordare le vittime del sisma. «Una ferita sempre aperta», ha detto il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo ricordando quanti persero la vita nel terremoto.

Altre manifestazioni sono in programma oggi in diversi centri della Valle del Belice. A Santa Margherita alle 9,15, al cimitero comunale verrà deposta una corona per le vittime. Alle 10,15, al Museo della memoria, verrà deposta una seconda corona
e, a seguire, celebrazione della messa nella Chiesa madre. A Salaparuta domani, alle 10,30, celebrazione della messa nella
chiesa Santissima Trinità. Alle 11,30 deposizione di una corona al monumento in ricordo delle vittime, sulla strada provinciale
19. A Contessa Entellina, nel Palermitano, alle 10, ci sarà la deposizione di una corona al cimitero comunale. Una messa solenne sarà infine celebrata a Partanna, alle 10,30, nella Chiesa madre, dal vescovo di Mazara del Vallo monsignor Angelo Giurdanella.

Alle 12 incontro con le autorità in Comune dove il sindaco Nicola Catania, coordinatore dei sindaci del Belice, illustrerà le richieste avanzate dai comuni della zona per ultimare la ricostruzione.

Galvagno: “Non basta ricordare, servono interventi concreti”

“È nostro dovere etico e morale onorare la memoria di chi ha perso la vita nel tragico terremoto che ha inghiottito la Valle del Belice cinquantacinque anni fa. Questa tragedia è stata da monito, nel corso del tempo, a una maggiore attenzione normativa per l’edilizia. Purtroppo, non basta. La memoria dissociata dall’azione per cambiare le cose rischia di diventare un mero esercizio retorico. L’immagine di interi territori che dopo oltre mezzo secolo appaiono ancora lontani dalla completa ricostruzione ci impongono una seria riflessione sulla necessità di interventi concreti a sostegno dei cittadini abbandonati alla rassegnazione”, a dichiararlo è il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno.

Intravaia, £c’è un piano di rilancio”

“Il terremoto nella Valle del Belice ha inferto una ferita dolorosa alla nostra terra. Negli ultimi anni, grazie al Governo Musumeci, c’è stato un decisivo cambio di passo rispetto ai decenni precedenti, con un piano di rilancio della intera zona da dodici milioni di euro, oltre alla riqualificazione del Cretto di Burri e delle aree limitrofe. Pur di dare una svolta alla ricostruzione, il Governo regionale si è sostituito a quello nazionale con proprie risorse. Sono certo che gli attuali governi, regionale e nazionale, continueranno sulla via della concretezza, intrapresa con il presidente Musumeci, e porteranno a compimento quanto già avviato per restituire un futuro che la Valle del Belice si è visto sottratto 53 anni fa”. Con queste parole il deputato regionale di FdI Marco Intravaia ha ricordato l’anniversario del terribile terremoto che ha colpito la valle del Belice, nella notte fra il 14 e il 15 gennaio del 1968.