Gli agenti della squadra mobile della questura di Trapani e del locale commissariato hanno catturato a Castellammare del Golfo un 62enne, tra le persone coinvolte nell’operazione internazionale denominata “Under Boss”. Questi è finito in carcere su ordine della Procura Generale presso la Corte di Appello di Potenza.

L’indagine aveva dato i primi frutti nel 2015

La lunga attività d’indagine, svolta dal servizio centrale operativo della polizia di Stato e dalla squadra mobile della Questura di Matera, con la collaborazione dell’Interpol, aveva portato nel 2015 all’arresto di 8 persone ritenute responsabili del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla transnazionalità, commessa ai danni di un imprenditore materano da esponenti della organizzazione mafiosa newyorkese denominata “famiglia Gambino”, che si avvalevano della collaborazione sul territorio nazionale di pregiudicati lucani, campani e siciliani.

Tutto nacque da un prestito negli anni ‘80

Le investigazioni, inoltre, permisero di svelare tutta la vicenda che risaliva a parecchi anni addietro. Negli anni ’80, addirittura. In quel periodo, infatti, un imprenditore materano ottenne un prestito di 300 milioni di lire dalla famiglia Gambino, grazie all’intermediazione di un pregiudicato lucano che da giovane aveva fatto parte di quella organizzazione criminale.

La somma nel tempo restituita dall’imprenditore fu decisamente maggiore del prestito iniziale, in quanto allo stesso furono applicati tassi usurari, ma, evidentemente, questo non fu sufficiente per gli esponenti dell’organizzazione mafiosa italo-americana.

La “famiglia” si rifece viva

Così la “famiglia” si rifece viva inviando a Matera un emissario che nell’ambito dell’associazione ricopriva il prestigioso ruolo di Vicecapo (Underboss in inglese). Nel 2014 lo stesso, accompagnato da altri due emissari mafiosi americani, si presentò dall’imprenditore per esigere una somma nel frattempo salita a un milione di euro. Tuttavia, il piano fu interrotto dall’intervento della polizia di Stato.

La scorsa settimana, dunque, l’epilogo della vicenda, quando uno dei condannati, sessantaduenne, è stato rintracciato e catturato dagli agenti della Questura di Trapani ed è finito in carcere.