La Tenenza di Castelvetrano, sviluppando un’analisi sulle partite IVA migrate all’interno della Zona Franca Urbana del Comune di Castelvetrano, ha accertato svariati casi di false attestazioni e omesse comunicazioni al Ministero dello Sviluppo Economico al fine di ottenere agevolazioni fiscali e contributive, risparmiando imposte dirette, contributi previdenziali e assistenziali e persino tributi locali.

Le Zone Franche Urbane sono “regioni” caratterizzate da forti disagi sociali e occupazionali individuate dal Ministero dello Sviluppo Economico, al cui interno vengono attivati programmi di defiscalizzazione e decontribuzione proprio per incentivarne la ripresa.

L’agevolazione consiste, in particolare, nella possibilità di “compensare” le imposte sui redditi, l’IRAP, i tributi locali nonché i tributi previdenziali e assistenziali, attraverso l’inserimento nel modello F24 di un apposito codice tributo (che per la Zona Franca Urbana di Castelvetrano è “Z121”).

Possono fruire del suddetto beneficio sia le piccole e micro imprese aventi sede operativa nella zona franca urbana (cd. “sedentarie”), sia le piccole e micro imprese che hanno sede operativa altrove ma che producono all’interno della zona franca almeno il 25% del volume d’affari o, in alternativa, che ivi impieghino almeno un lavoratore dipendente.
Per la Zona Franca di Castelvetrano, in particolare, sono stati stanziati oltre 8 milioni di euro.

La Tenenza, attraverso una preventiva analisi effettuata mediante banche dati, ha riscontrato un’anomala “migrazione” di imprese, provenienti anche dai comuni limitrofi, nella zona franca di Castelvetrano.

Successivamente sono state puntualmente individuate 16 imprese che, pur essendo vincitrici del bando relativo alle Zone Franche Urbane, avevano dichiarato sedi fittizie per raggirare il Fisco, alla stregua di ciò che avviene per i soggetti economici con residenze fittizie nei cosiddetti “paradisi fiscali”.

Al posto delle sedi dichiarate i finanzieri hanno infatti riscontrato abitazioni private, residenze di parenti o di persone compiacenti degli stessi imprenditori, meri recapiti postali, fabbricati non più agibili, vecchie sedi di imprese ormai dismesse, locali vuoti ove erano concentrate più sedi fittizie di imprese, tutte indebite beneficiare dell’agevolazione.

A conclusione delle attività investigative, sono state segnalate al Ministero dello Sviluppo Economico agevolazioni da revocare per complessivi euro 1.312.412,00. Di questi, euro 568.851,00 sono già stati utilizzati in compensazione dalle 16 imprese segnalate e dovranno essere recuperati, mentre la restante parte sarà bloccata e reimpiegata, con successivi bandi, nelle stesse aree depresse a vantaggio delle imprese realmente operative all’interno della Zona Franca.