L’Unione sindacale di base ha proclamato lo stato di agitazione dei vigili del fuoco siciliani.

“In nessuno dei nove comandi – afferma una nota – risulta potenziato il dispositivo di soccorso e di lotta antincendio da impiegare sugli interventi antincendio boschivo e di interfaccia, salvo un semplice avviso pubblicato sul sito della protezione civile regionale con rischio incendi e che comunque non autorizza l’adeguamento delle stazioni antincendio al tipo di pericolosità e allerta poiché nulla risulta  attualmente concordato con quest’ultima, nonostante l’obbligo relativo alla stipula del cosiddetto Accordo di Programma in materia di attività regionale di Protezione Civile”.

Il sindacato ricorda che l’organico dei vigili del fuoco è ormai ridotto a un rapporto di 1/15 mila per abitanti e “sul territorio isolano risulta già eccessivamente sottodimensionato il dispositivo già standardizzato per gli interventi di livello istituzionale, soccorso tecnico urgente, figuriamoci nel periodo estivo in cui le chiamate alle nostre sale operative confluiscono come un torrente in piena”.

Sul fronte incendi anche Legambiente è tornata a puntare l’accento su alcuni punti con delle precise richieste: “La Sicilia continua a bruciare. Il governo regionale non riesce a fare nulla, ha fallito anche su questo fronte e riesce solo a versare lacrime di coccodrillo, cercando di fuggire dalle sue responsabilità e gravi colpe – dichiara Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia -. Lo ripetiamo, sono solo complici di questo disastro e siamo stufi di questo scaricabarile tra la Sicilia e Roma. Avanziamo tre proposte/richieste ineluttabili e non più rinviabili – prosegue -:  al governo nazionale di intervenire celermente commissariando la Regione, così come ha fatto sui depuratori;  al Comando centrale dei Carabinieri di rinforzare, inviando in Sicilia altre unità, il Corpo dei Carabinieri forestali – nato dopo la fusione con il Corpo Forestale dello Stato – per avere così più uomini e mezzi nel controllo del territorio;  e alle Procure di applicare ai piromani anche le norme previste dalla legge sugli ecoreati, per inasprire le pene per chi è colto in flagrante mentre appicca gli incendi – conclude Zanna -.. Basta chiacchiere, bisogna agire e subito per salvare la Sicilia da questi assassini di bellezza”.