Ci sarà anche l’avvocato ambientalista Giuseppe Arnone domani a Palermo, alle 11 nella Sala Mattarella di Palazzo dei Normanni, per la proiezione del “docufilm” dal titolo “Generale Mori – Un’Italia a testa alta” la ricostruzione che il regista Ambrogio Crespi ha fatto della carriera del generale dell’Arma.

Arnone, che Vittorio Sgarbi ha chiamato a collaborare per gli aspetti legali all’assessorato dei beni culturali della Regione Siciliana, proprio in questi giorni ha dato alle stampe un pamphlet sul sistema di potere di certa magistratura siciliana, citando nomi ed episodi specifici, che domani racconterà di persona, a partire dal suo arresto e altre 4 richieste di misura cautelare subiti. Arnone ricostruirà anche una sua importante testimonianza sul ruolo Mori nella “vera” antimafia e ciò che avveniva e avviene nella Procura di Palermo.

“So, per averlo sperimentato sulla mia pelle – spiega Arnone – cosa significa trovarsi di fronte a magistrati che invece di cercare la verità e perseguire fini di giustizia, tradendo ruolo e funzione, si trasformano in controparte politica, anche con azioni palesemente intimidatorie. Io porterò la mia testimonianza, con episodi anche inediti”.

“Come se non bastasse il caso Contrada – spiega Sgarbi – che è la vergogna della giustizia palermitana davanti all’Europa, il caso Mori è un altro, inaccettabile caso di tortura giudiziaria”

Il film, di domani, è bene ricordarlo, è già stato proiettato lo scorso 4 dicembre nella biblioteca del biblioteca della Camera dei Deputati (sala del Refettorio) alla presenza, tra gli altri, dei magistrati Paolo Mancuso, Giancarlo Capaldo e Giovanni Negri.

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