Durante la regolare attività di vigilanza costiera e dei costanti controlli sulla filiera ittica nel territorio etneo, una pattuglia della sezione di polizia marittima della guardia di costiera di Catania ha rinvenuto a bordo di un automezzo oltre 100 chili di vongole veraci, destinate alla vendita locale e risultate, all’esito degli accertamenti eseguiti, prive della necessaria etichettatura idonea ad identificare il prodotto e tracciarne la provenienza.

Gli “ispettori pesca” del Corpo delle Capitanerie di porto hanno sanzionato il trasgressore con un verbale amministrativo di 1.500 euro, mentre il prodotto ittico, dichiarato dal personale sanitario dell’Asp di Catania ancora in stato vitale, è stato rigettato in mare con l’ausilio di un battello in dotazione alla Guardia costiera di Catania.

L’attività di controllo e monitoraggio della filiera della pesca marittima a cura della Capitaneria di porto di Catania continuerà senza sosta, non solo per tutelare il consumatore finale ma anche a difesa degli operatori di settore che esercitano nella legalità la propria impresa di pesca a garanzia della conservazione e dello sfruttamento delle risorse ittiche in condizioni di piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Sequestrati e rilasciati in mare oltre 150 ricci, indagini contro ignoti

Poche settimane fa i militari imbarcati sul battello veloce G. C. A88, nell’ambito dell’attività di controllo ambientale svolta, perlustrando lo specchio acqueo antistante la località Capo grosso dell’isola di Levanzo, situata nella zona “b” di riserva generale dell’area marina protetta delle Isole Egadi, hanno scoperto, a circa 100 metri di distanza dalla costa e subito prelevato da un fondale di circa 2,5 metri, un sacco, ancorato ad un gavitello ed in sospensione sotto la superficie del mare, contenente, in totale, oltre 150 esemplari di ricci di mare (paracentrotus lividus), nascosti da ignoti.

Tutti i ricci scoperti sono stati poi recuperati, liberati e rigettati immediatamente in mare in quanto ancora vivi. Ulteriori attività per individuare i pescatori di frodo che hanno illegittimamente catturato gli esemplari di ricci di mare all’interno della “zona b” di riserva generale dell’area marina protetta delle Isole Egadi, dove la pesca professionale e sportiva sono consentite solo con autorizzazione rilasciata dall’ente gestore.