I consiglieri di Circoscrizione, meglio conosciuti in passato come consiglieri di quartiere, rischiano di dover restituire buona parte dello stipendio percepito da settembre 2023 ad oggi. Scoppia un nuovo caso relativo agli aumenti del gettone di presenza a Palermo. Come è noto, nell’estate 2023, il sindaco Roberto Lagalla aveva emanato una nota con la quale chiedeva agli uffici di adeguare le indennità degli organi politici del capoluogo siciliano alla normativa nazionale. Passaggio di lì a poco concretizzato attraverso l’approvazione di una delibera apposita in Consiglio Comunale. Una riforma nella quale l’Amministrazione fece rientrare anche i presidenti di Circoscrizione e i relativi consigli di quartiere, non senza perplessità da parte del ragioniere generale Bohuslav Basile. Un’ottantina di rappresentanti politici che però oggi rischiano non solo di perdere l’aumento, ma anche di dover restituire quanto guadagnato in precedenza.

Le cifre

Secondo la riforma approvata da Palazzo delle Aquile, era previsto un aumento dell’indennità pari a 1.700 euro lordi in più ai presidenti di Circoscrizione (per un totale di 3.588 euro) e un gettone per i consiglieri che saliva da 48,80 euro a 97,60 euro, fino ad un massimo di poco meno di 1800 euro mensili. Cifre ben lontane da quelle percepite in Consiglio Comunale e in Giunta. I rappresentanti di Sala Martorana registrarono infatti un incremento del gettone di presenza, alzato fino a 191 euro per ogni seduta di Consiglio Comunale e fino ad un tetto massimo di 4140 euro lordi al mese. Passaggio avvenuto non senza polemiche visto che si rese necessario perfino un intervento dell’Anci per stimolare l’Ars ad approvare una delibera ad hoc sulla questione.

Una sequela di aumenti che aveva ancor prima interessato anche il sindaco, il vicesindaco e la Giunta. Così come previsto dalle tabelle ISTAT, al sindaco vanno 13.800 euro al mese (rispetto ai quasi 7.800 guadagnati fino ad ora). E’ invece di 10.350 euro l’emolumento del vicesindaco. Aumenti anche per il presidente del Consiglio Comunale, che arriva alle soglie dei 9.000 euro al mese (più precisamente 8.970 euro). Stessa cifra corrisposta agli assessori comunali. I problemi dei consigli di Circoscrizione non riguardano però soltanto l’emolumento, bensì una più generale carenza di potere decisionale dettata da una riforma del decentramento politico mai approvata del tutto.

La posizione del ragioniere generale

A scatenare il nuovo caso è l’ultima nota del ragioniere generale Bohuslav Basile. Il tecnico di Palazzo delle Aquile aveva già manifestato tutte le perplessità sulla scelta dell’Amministrazione Comunale vista l’assenza di un esplicito riferimento normativo regionale, concretizzato solo ad inizio 2024 in sede di collegato al bilancio. Inoltre, sulla questione il comune di Palermo ha visto la Regione Siciliana dare ragione al comune di Messina. Il capoluogo di provincia presieduto da Federico Basile aveva chiesto ed ottenuto il disconoscimento degli aumenti da parte dell’assessorato regionale agli Enti Locali, il quale ha dovuto predisporre un nuovo avviso ad aprile dedicato al pagamento del surplus ai presidenti di Circoscrizione e dedicato ai comuni di Palermo, Messina e Catania.

A rischio gli stipendi

E per i consiglieri di quartiere? Qui la storia si fa più intricata. In una nota emanata il 3 maggio insieme alla dirigente Carmela Di Leo, il ragioniere generale ha comunicato che il suo ufficio “non potrà più esitare i provvedimenti dirigenziali di liquidazione a pagamento delle indennità di carica dei presidenti di circoscrizione i cui incrementi non siano stati riconosciuti” attraverso il collegato al bilancio regionale. In pratica c’è il concreto rischio che si crei uno stop al pagamento non solo degli aumenti del gettone di presenza ma anche dell’intero contributo spettante ai consiglieri di Circoscrizione. Almeno fino a quando non verrano riadeguati gli emolumenti alla precedente situazione che prevedeva un contributo di 48,40 euro a seduta.

La rabbia dei consiglieri di Circoscrizione

E quello di vedersi decurtare lo stipendio non è l’unico rischio che corrono i consiglieri di Circoscrizione, come spiega l’esponente della II Circoscrizione Alessandro Gandolfo. “Ci ritroviamo ad avere percepito delle somme indebitamente con la conseguenza di un recupero coatto del debito. Noi oggi chiediamo, a gran voce, che venga legittimato il nostro ruolo di consiglieri. Ci sentiamo delegittimati, demansionati e molto spesso neanche considerati. Noi puntualmente portiamo avanti centinaia e centinaia di richieste che giungono dal territorio. Ogni giorno raccogliamo anche gli insulti dei cittadini per gli innumerevoli disservizi che attanagliano la nostra città. Siamo stanchi e stufi di questi continui attacchi denigratori nei nostri riguardi. Noi chiediamo rispetto verso la nostra figura istituzionale e non siamo solo dei raccoglitori di voti“.

A tal proposito oggi, una delegazione dei Consigli di Circoscrizione di Palermo si dovrebbe recare a Palazzo Comitini per avere un’interlocuzione del Consiglio Comunale sul tema. Alcuni hanno già deciso di non partecipare, in attesa dello sviluppo del bando regionale e di un più celere intervento sulla questione da parte dell’Amministrazione.

Dal Consiglio Comunale: “Sostegno ai consiglieri di Circoscrizione”

Sulla vicenda è arrivata la presa di posizione del gruppo consiliare della Nuova DC. “Chi rappresenta l’amministrazione nei quartieri della città, chi ascolta quotidianamente le lamentele e le richieste di aiuto dei cittadini, chi garantisce presenza e ci permette di avere un contatto diretto e forte con il territorio merita rispetto, strumenti e legittimazione. Siamo al fianco dei consiglieri delle otto circoscrizioni della città e continueremo a lavorare, come fatto fino ad ora, per tutelare il loro ruolo, l’importanza della loro funzione e la dignità politica e amministrativa che meritano, oltre che gli interessi dei cittadini che da un vero decentramento potrebbero avere soltanto giovamento e miglioramento dei servizi.”