L’acqua è un bene di tutti. Non esistono cittadini di serie A e di serie B”. E’ questo il grido che si alza tra i residenti dei quartieri Cardillo, Sferracavallo, Arenella, Tommaso Natale e Marinella rimasti senza acqua da mesi. Rubinetti a secco, turnazioni non rispettate e disagi continui per famiglie e attività commerciali. C’è chi si lava i capelli dal parrucchiere, chi riceve acqua piena di fango e detriti e chi ancora è costretto a lavarsi con le bottiglie andando incontro a costi significativi. Intanto, per alzare la voce e pretendere risposte, i residenti e i commercianti dei quartieri coinvolti, accompagnati da consiglieri comunali e di circoscrizione, hanno organizzato, oggi 9 aprile, un sit-in di protesta davanti alla sede Amap in via Volturno.

“Abbiamo avuto diverse interlocuzioni con la governance di AMAP – spiega Fabio Costantino, vicepresidente della settima circoscrizione – ma la situazione resta critica. Sarebbe giusto attuare una turnazione vera, magari togliendo l’acqua un giorno a settimana, ma ciò che succede è che spesso non arriva proprio. E quando arriva, accade solo in tarda serata, rendendo impossibile per molte famiglie conciliare la vita quotidiana con questa emergenza”.

Una situazione non più sostenibile

Le segnalazioni da parte dei cittadini si moltiplicano. A Sferracavallo, ad esempio, l’acqua manca da mesi. E non si tratta solo di disagi logistici, ma di situazioni limite che toccano l’igiene personale e la salute.

“Durante le festività natalizie – racconta una residente – l’acqua avrebbe dovuto essere tolta solo il mercoledì, ma in realtà non abbiamo avuto fornitura per giorni. Per lavarmi devo andare dal parrucchiere, per cucinare o lavare i piatti usiamo acqua in bottiglia. Ma chi ci rimborsa questi costi?”.

Il problema riguarda anche i bambini, impossibilitati a lavarsi dopo attività sportive, costretti ad adattarsi a orari improbabili: “A volte l’acqua arriva solo dopo mezzanotte – aggiunge la residente – ma un bambino che deve andare a scuola può lavarsi a quell’ora?”.

La richiesta che arriva dalla cittadinanza è chiara: soluzioni immediate e concrete. “L’acqua – ribadisce Costantino – è un bene primario e un diritto. Non esistono cittadini di serie A e di serie B. L’amministrazione deve garantire l’accesso equo a un servizio essenziale come questo”.

Anche all’Arenella la situazione è piuttosto critica: “L’acqua è un servizio che noi paghiamo e per questo deve fluire con colorazioni normali. Non posso utilizzare quel poco che mi arriva e rischiare di prendere malattie come la legionella. Siamo veramente stanchi – ha detto un residente – noi pretendiamo che l’acqua arrivi regolarmente  e in condizioni adeguate. Per fronteggiare questa situazione spesso utilizziamo l’acqua delle fontane oppure le famiglie si fanno carico di comprare l’acqua in bottiglia per potersi lavare”.